Ogm, nasce commissione tecnica degli Agronomi

"Per affrontare il tema degli Ogm dal punto di vista della correttezza scientifica e professionale è necessario che gli esperti presenti all’interno della nostra categoria si riuniscano in una commissione consultiva per il Consiglio Nazionale. Questo con l’unico obiettivo di stabilire, come dottori agronomi e dottori forestali, una linea scientificamente corretta, stabilire regole deontologiche e un metodo comune validi per tutti i colleghi impegnati attivamente in questo settore. Il contributo allo sviluppo della scienza è uno dei punti cardine della nostra missione di Consiglio Nazionale. Rispetteremo il lavoro di ogni commissione e accetteremo anche posizioni contrapposte. La mia personale è di profondo rispetto per la scienza. Da uomo di scienze dico che questa tecnica e la ricerca più in generale, non si possono fermare, soprattutto se finalizzate al miglioramento della vita umana". Lo ha detto il presidente Conaf Andrea Sisti, al convegno “Biodiversità agraria ed Ogm” che si è svolto oggi a Roma (Comando Carabinieri delle Politiche Agricole ed Alimentari) organizzato dal Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf), in collaborazione con l’Ordine di Roma, Federazione italiana dottori in agraria e forestali (Fidaf) e Accademia dei Georgofili. Il convegno ha fornito un approfondimento scientifico, utile e doveroso, su un tema quanto mai attuale degli Ogm e della biodiversità.

Nuovi modelli – "Oggi soltanto quattro varietà di cereali – ha aggiunto Sisti – soddisfano il 66% del fabbisogno calorico totale dell’essere umano, altre 15 il restante 34%. Partendo da queste premesse, da tecnico, ritengo che ci sia la possibilità di migliorare la biodiversità agricola e al tempo stesso di andare avanti con la ricerca per favorire l’economia di alcune realtà più marginali. Ma tutto questo non deve servire ad esportare nuovi modelli. D’altra parte è anche vero che la ricerca pubblica non ha investito abbastanza in questo settore dove invece occorre fare sistema e lavorare con le professionalità più adeguate. Le facoltà di agraria e il mondo della ricerca scientifica su questo tema devono osare di più. Devono poter dare un contributo ai livelli amministrativi locali e regionali. Procedere per slogan e portare avanti una battaglia a colpi di pro e di contro non giova a nessuno". "Non è possibile assicurare un futuro all’agroalimentare italiano senza ricerca ha detto Luigi Rossi, presidente Fidaf, Federazione Italiana dottori agronomi e forestali. E’ auspicabile – ha aggiunto Rossi – una ripresa della ricerca delle biotecnologie agrarie come avviene negli altri paesi europei".

Biodiversità – Emilie Frison, direttore generale di Bioversity International ha ricordato come nel futuro ci sia sempre più bisogno di cibo: oggi 1 miliardo di persone (1 su 6) è affamato, mentre 1,1 miliardi sono in sovrappeso. Nel 2050 avremo una popolazione di 9,2 miliardi – con una popolazione aumentata di circa il 37% -, questo porterà ad una richiesta di cibo maggiore ad oggi del 70%, alimenti che siano nutritivi e che possano soddisfare il fabbisogno mondiale. Altra variabile – secondo Frison – quella del clima, più caldo nel prossimo futuro e che condizionerà il tipo di agricoltura, con frequenza di eventi estremi, siccità e piogge torrenziali anomale. “La biodiversità – secondo Frison – offre di più nel sistema di produzione: una produzione stabile, permette migliore controllo di parassiti e malattie e porta ad una agricoltura più sostenibile”.

Ricerca – Il professor Michele Stanca, fra l’altro accademico dei Georgofili ed ex presidente della Società italiana di genetica agraria, ha ripercorso la storia della genetica molecolare e il rapporto con l’agricoltura: “la scienza non va fermata – ha detto Stanca – e gli Ogm sono soltanto una tecnica di produzione che può essere utilizzata o meno. E’ necessario come sistema Italia organizzare progetti in forma integrata in modo che, – ha sottolineato – dai risultati di alta tecnologia si passi allo sviluppo di nuovi prodotti senza disperdere risorse e intelligenze, oltre che rimanere competitivi su scala internazionale”. “La questione Ogm – Edoardo Corbucci, presidente dell’Ordine di Roma – non va affrontata in primis da scelte di ordine economico, politico, e sociale; ma nella consapevolezza che la conoscenza scientifica, anche in campo genetico, sia un elemento imprescindibile dell’attività professionale di agronomi e forestali”.

 

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