Per la scienza Ogm sono senza controindicazioni, l’uso è scelta politica

Gli organismi geneticamente modificati sono una tecnologia matura prodotta dall’uomo per l’uomo. Usarli o meno è solo una scelta di tipo politico, non scientifico. Non ci sono controindicazioni di tipo ambientale, allergenico o fisiologico, sono solo stupidaggini tirate in ballo da gente che non capisce niente di genetica. E’ in sintesi il pensiero del professor Michele Stanca, fra l’altro (leggi il curriculum) già presidente della Società Italiana di Genetica Agraria, accademico dei Georgofili intervistato in esclusiva da agricultura.it in occasione del convegno “Biodiversità Agraria ed Ogm”, che si è svolto a Roma (Comando Carabinieri delle Politiche Agricole ed Alimentari) organizzato dal Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali (Conaf), in collaborazione con l’Ordine di Roma, Federazione italiana dottori in agraria e forestali (Fidaf) e Accademia dei Georgofili.

Professor Stanca, quale è il rapporto tra agricoltura e genetica molecolare?

È un rapporto idilliaco e molto integrato. Basti pensare a tutto l’uso dei marcatori molecolari per seguire il fato degli alimenti e in particolare delle componenti fondamentali degli stessi. Un  esempio: in Italia per produrre pasta bisogna usare semola di grano duro che è pollina ma soltanto al 3% farina di frumento tenero. Con i sistemi tradizionali, il detectaggio della presenza di farina di tenero nelle semole di frumento duro aveva una probabilità pari al 50% di successo, tramite le tecniche utilizzate sino ad oggi. Cioè una volta su due si poteva sbagliare. Per fare un ulteriore esempio, un canadese che esporta grano duro per fare la pasta in Italia non è interessato alla pulizia della mietitrebbia, dei vagoni o dei rimorchi, se prima aveva messo del frumento tenero, dato che per lui non ha nessun significato fare la pasta con il frumento tenero o con quello duro. Noi abbiamo messo a punto una tecnica molecolare che permette di svelare lo 0,2% di farina di frumento tenero nelle semole di frumento duro. In maniera precisa e matematica ed inequivocabile senza possibilità d’errore. Lo stesso dicasi per definire una mozzarella fatta con latte di bufala o di vacca. E questi sono gli esempi più semplici. Se poi andiamo nel settore della biologia molecolare integrata con la genetica, allora lì si trova tutto un universo che induce a pensare che nei prossimi venti anni darà questi studi daranno sicuramente dei risultati. Ma ribadisco, indipendentemente dagli OGM che sono una tecnologia che può essere usata in certe circostanze così come non può essere usata”.

OGM si, OGM no: qual è il suo punto di vista?

È un errore fare questo dibattito. Gli OGM sono una tecnologia matura, prevista dalla scienza. La quale scienza è l’unica attività umana che cerca di avvicinarsi alla verità e che produce tecnologia per l’uomo. Gli OGM sono quindi una tecnologia matura prodotta dall’uomo per l’uomo. Usarli o meno è solo una scelta di tipo politico non scientifico. Gli OGM scientificamente hanno un valore se sfruttati e usati adeguatamente. Non ci sono controindicazioni di tipo ambientale, allergenico o fisiologico: queste sono tutte stupidaggini tirate in ballo da ignoranti o da gente che non capisce niente di genetica. Degli OGM devono parlare solo scienziati o genetisti nelle sedi adeguate. Gli altri è meglio che si rechino al Bar Sport o nei saloni dei barbieri per fare della mera opinione pubblica.

Cosa manca alla ricerca per migliorare il livello produttivo dell’agricoltura italiana?

Manca un sistema italiano della ricerca. Non si può pensare che i finanziamenti arrivino a pioggia, in maniera sconsiderata e uniforme per tutti. Bisogna individuare chi è capace di produrre scienza e tecnologia e lì fare gli investimenti, cioè verso chi produce nuove idee per nuovi prodotti e nuovi processi. Chi è capace di fare questo va potenziato. Ma non sto parlando del singolo, bisogna fare sistema data la necessità delle diverse competenze per raggiungere obiettivi così complessi. Ma che, al tempo stesso, potranno dare grandi risultati se sinergicamente funzionanti. E la biologia molecolare, attraverso la genetica, sarà veramente un’attrice principale attraverso la quale si svilupperà la cosiddetta “pianta del futuro” che tutti noi stiamo cercando di scovare in giro per il mondo. Se si procede in maniera diversa saremo sempre schiavi dell’importazione, estesa a quel punto a qualsiasi cosa, andando così a danneggiare la nostra produzione industriale che a quel punto non si svilupperà mai e ci troveremo sempre a rincorrere Francia, Germania, Inghilterra ma anche Egitto, Tunisia e tutta l’area del Nord Africa dove ultimamente si sta investendo moltissimo nel settore della genetica avanzata. 

Agricultura.it

 

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