Il 17 novembre prossimo, il Commissario UE, Dacian Ciolos, presenterà le linee guida della nuova Politica Agricola Comune (PAC) che partirà nel 2013. A pochi giorni da questo importante appuntamento però, il Governo italiano non sembra aver preso una posizione e non ha ancora avanzato una proposta propria. Lo hanno sottolineato Cia Toscana e Confagricoltura Toscana, durante una conferenza stampa, oggi a Firenze, che, di fronte alla crisi del settore agricolo hanno presentato una serie di proposte con particolare attenzione alla Pac. “Non c’è settore dell’agricoltura toscana che non abbia risentito della crisi” così ha aperto l’incontro Bicocchi, “Siamo di fronte ad una vera e propria crisi strutturale. Gli anticipi della Pac arrivati ad ottobre, ed accolti con entusiasmo dal mondo dell’agricoltura, sono l’ennesima testimonianza della profonda crisi con cui si deve combattere”. Prende la palla al balzo e continua sulla stessa linea anche Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana: “Mancano soli quindici giorni all’assegnazione delle Pac e ancora il Paese Italia non ha preso una posizione” queste le parole del presidente della Cia Toscana, “Bisogna lavorare per capire su come spartire e distribuire in maniera equa e fruttuosa le Pac. Non possiamo cedere il terreno agli stati esteri. In Italia, è vero, ci sono meno ettari di terreno coltivabile, ma la qualità, il lavoro, le esportazioni e tutti gli aiuti che l’agricoltura dà al PIL non possono essere sottovalutati”.
Perdita di valore – L’agricoltura toscana, negli ultimi tre anni, ha perso il 3% del valore aggiunto ed il Governo ha tolto al settore primario oltre un milione di euro di risorse nell’ultimo anno e la situazione non è sicuramente destinata a migliorare nei prossimi anni. Per evitare l’abbandono delle campagne e delle zone più svantaggiate occorre chiarezza e un fronte comune che si presenti a Bruxelles con la voglia e l’intento preciso di salvaguardare un settore che da sempre rappresenta un’eccellenza italiana ma non solo: in tempo di crisi economica, con le tante persone che hanno perso il posto di lavoro, l’agricoltura in Toscana ha svolto anche la funzione di ammortizzatore sociale dato che i molti, tra disoccupati e cassintegrati, hanno trovato un impiego stagionale o di ripiego nel campo agricolo. C’è però una certa indifferenza da parte del Governo su queste tematiche: Cia, Confagricoltura e CopAgri, unite a livello nazionale, hanno portato al Ministro delle Politiche Agricole Galan un progetto per far fronte a questa crisi ma fin’ora non sono arrivate risposte, se non quelle di circostanza. Un immobilismo che preoccupa e che non fa ben sperare per l’immediato furo del settore agricolo. Il 17 novembre si avvicina ma ancora l’Italia non sembra avere le idee molto chiare.
Andrea Frullanti