Per Galan i premi PAC sono da anticipare e più tutela per le Regioni

Con una lunga intervista rilasciata in esclusiva a Fieragricola Veronafiere, il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Giancarlo Galan, analizza i principali problemi del settore ed espone la posizione del Mipaaf e del Governo italiano su tematiche di respiro internazionale come la Politica agricola comunitaria (Pac), l’etichettatura delle produzioni agricole ed agroalimentari. Sotto la lente del dicastero di via XX Settembre si avvicendano così questioni sul filo della cronaca (si pensi alla recentissima crisi dei pomodori o alla fiammata dei listini cerealicoli) e problematiche più «datate», come la mancanza di una strategia efficace nella bovinicoltura da carne italiana o la pesante crisi che da molti mesi sta travolgendo il segmento dei suini. Senza distogliere l’attenzione dalla programmazione, con riferimento ai Programmi di sviluppo rurale.

Cerealicoltura – Il ministro Galan scinde lo scenario della cerealicoltura europea da quella italiana. "La Commissione europea ha evidenziato che il bilancio cerealicolo è, sostanzialmente, in equilibrio – osserva il ministro – mentre le previsioni di semina per il 2010-2011 indicano una flessione del 2-3 per cento. A livello nazionale, la situazione è notevolmente diversa. L’Italia, in condizioni normali, per soddisfare le proprie esigenze importa circa il 40 per cento di cereali e attualmente, considerata la riduzione degli investimenti registrati già nel corso dell’ultimo periodo, è aumentata la quota di importazione".

Filiera – Un ruolo strategico, secondo Galan, potranno giocarlo gli accordi di filiera. Politiche condivise alla base di una seria programmazione produttiva. "Bisogna attivare una nuova azione di concertazione di filiera – riconosce il ministro – per riequilibrare il rapporto tra il continuo aumento dei costi e la speculare riduzione della redditività del prodotto. E occorrerà ottimizzare ulteriormente l’azione di programmazione prevista nei Psr, coniugando qualità, produttività, salubrità e  salvaguardia dell’ambiente. Bisogna prevedere servizi specifici per i cerealicoltori che coltivano in ambienti non ottimali, al fine di recuperare competitività che si possa tradurre in una migliore produttività". Galan lancia un appello alle Regioni, "affinché utilizzino al più presto, e nel miglior modo possibile, i fondi che sono stati messi a disposizione dei nostri agricoltori dall’Unione europea e dallo Stato italiano attraverso i Psr".

Legge sulle assicurazioni – Per garantire una adeguata redditività delle imprese agricole, il Mipaaf si farà promotore "di una legge che implementi le assicurazioni o l’istituzione di un fondo contro i rischi del mercato. Sul piano nazionale, inoltre, ritengo fondamentale sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni. Per questo i nostri sforzi saranno concentrati ad accorciare la filiera". Sulla Pac del ‘dopo 2013’, Galan è convinto che servano «norme che tutelino il modello agro-alimentare europeo e risorse finanziarie che consentano ai nostri produttori di competere sul mercato mondiale. La Pac del futuro sarà una buona politica se saprà far crescere la competitività delle imprese europee e se saprà aiutarci  a gestire in modo adeguato le crisi di mercato e la volatilità dei prezzi. Ma non sono convinto che gli strumenti attuali della Pac siano idonei ad affrontare le sfide che abbiamo davanti. La nuova Politica agricola comune dovrà essere concepita a tutela di tutte le esigenze regionali, evitando semplificazioni troppo sbrigative e con la giusta dose di sussidiarietà".

La zootecnia italiana resta al centro dell’agenda politica del Mipaaf – "Dobbiamo cogliere ogni opportunità di rilancio – chiosa Galan – istituendo tavoli di filiera ad hoc per affrontare le emergenze. In questo momento, stiamo portando a termine una fase di rilancio del settore suinicolo, attraverso l’attuazione della normativa che prevede la classificazione delle carcasse". Dai suini ai bovini da carne, la ricetta si basa sulla medesima concretezza: "Dobbiamo tutelare il nostro patrimonio bovino a favore di un incremento delle razze da carne. Stiamo anche predisponendo un decreto per l’istituzione di sistemi di qualità nazionali nelle filiere zootecniche, in collaborazione con le Regioni e le Province autonome".

Sull’etichettatura, la palla passa all’Ue – "Noi sosteniamo la trasparenza e la rintracciabilità dei prodotti, ma abbiamo solo un potere propositivo, perché poi le decisioni si prendono a Bruxelles, di concerto con gli altri Paesi. La nostra politica è quindi quella di puntare sulle certificazioni e le denominazioni, che possono certificare la qualità del nostro made in Italy, che ci viene riconosciuta in tutto il mondo".

 

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