La crisi scoraggia gli italiani che riducono le spese per i regali delle feste. Ma alla tavola natalizia non si rinuncia. E così per il cenone del 24 dicembre e per il pranzo del 25 dicembre si spenderanno, in alimenti, 3,5 miliardi di euro. Poco più di 230 euro a famiglia e con un aumento dell’1,2 per cento rispetto al 2009. Gli acquisti, saranno, comunque, più oculati; ma carni, prosciutti, salumi e vini batteranno gli articoli da vestiario (giacche, camicie e maglioni in testa), per i quali, come rilevano molte indagini, si annuncia un calo, forse in attesa dei saldi invernali. Vincerà ancora una volta la tradizione e le preferenze andranno anche quest’anno per i prodotti alimentari “made in Italy”. Non ci saranno, comunque, spese folli. Salmone, ostriche, caviale e frutta esotica ancora una volta con il contagocce. E lo spumante anche in questa occasione trionferà sullo champagne. Queste le previsioni della Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha compiuto un’indagine sulla base dell’andamento della compravendita nei vari passaggi della filiera agroalimentare e dei dati relativi al commercio estero.
La ricerca – Dall’indagine della Cia emerge che gli italiani, sempre più attenti ai conti, proprio a causa di una precaria situazione economica, indirizzeranno i loro acquisti verso prodotti enogastronomici più “abbordabili” sotto l’aspetto economico. Pochi, quindi, i cibi di “fascia alta”. Si guarderà, invece, molto al prodotto tipico legato al territorio. La spesa alimentare delle feste natalizie sarà così ripartita: carni e insaccati (18,5 per cento del totale), pesce (11,8 per cento), pane e cerali (14,6 per cento), latte, formaggi e uova (13,1 per cento), frutta e ortaggi (15,2 per cento), vini e spumanti (14,2 per cento), dolci (12,6 per cento). Andranno abbastanza bene gli acquisti di dolci (più 1,5 per cento), di frutta, sia fresca che secca, e di verdure (più 1,6 per cento). In picchiata, al contrario, i consumi di frutta esotica (tanto ricercata negli anni passati): ananas, avocado, banana, mango. Prodotti che dovrebbero avere una diminuzione superiore al 25 per cento. In risalita anche i consumi di pane e pasta (rispettivamente, 0,8 e 1,3 per cento), di carni e insaccati (meno 0,3 per cento). Al palo, invece, le vendite dei formaggi (meno 0,5 per cento). Una buona performance dovrebbe essere registrata dai vini (più1,2 per cento), in particolare quelli rossi. Secondo l’indagine della Cia, si dovrebbero stappare circa 80 milioni di bottiglie, il 95 per cento di produzione italiana, con una crescita dell’1,2 per cento nei confronti dello scorso anno. Stesso discorso per gli spumanti che dovrebbero registrare un aumento negli acquisti tra l’1,5 e il 2 per cento.
Mercatini e non solo – Per gli acquisti dei prodotti agroalimentari da consumarsi durante le prossime feste natalizie, le oltre 23 milioni di famiglie italiane si rivolgeranno in prevalenza alla grande distribuzione commerciale (56 per cento), seguita dai negozi tradizionali (24 per cento), dai mercatini locali (18 per cento), e da internet (2 per cento). Molta attenzione da parte degli italiani – annota la Cia – sarà rivolta ai tantissimi mercatini che verranno allestiti dagli agricoltori in questi giorni, in particolare nelle zone rurali, o nelle aziende agricole (si prevede una crescita delle vendite del 5 per cento rispetto allo scorso anno). Oltre all’acquisto prodotti di qualità, tipici e legati al territorio, si può anche risparmiare tra il 10 e il 15 per cento.