Adottare una ricetta regionale dimenticata. E’ l’invito dell’Accademia Italiana della Cucina che scende in campo per difendere le radici culturali e gastronomiche dei tanti campanili italiani e per dire no, almeno per le feste, all’omologazione del gusto. “La cena della Vigilia e il pranzo di Natale – afferma il presidente dell’Accademia Italiana della Cucina Giovanni Ballarini – devono rimanere il baluardo del desco familiare, un rito caratterizzato da pietanze nelle quali era distillata una sapienza che sapeva coniugare materie prime locali di qualità e abitudini di consumo diverse in ogni angolo d’Italia”. Fatta eccezione per alcuni capisaldi che resistono nelle case degli italiani, come tortellini in brodo, cappone, bollito misto, baccalà e capitone, secondo una ricerca Federalimentare-GPF, sono troppe ormai le “assenze ingiustificate” dei piatti simbolo della tavola natalizia. Trionfano grandi classici come le lasagne (sia per la Vigilia che per il pranzo di Natale), in continuità con il pranzo della domenica ma lontano dai rigorosi dettami della tradizione, per non parlare poi che oggi 1 italiano su 4 mangia i salumi anche la sera della Vigilia, rompendo con la tradizione religiosa che impone la cena di magro. Ed è proprio partendo da un’Italia poco consapevole del proprio patrimonio, che l’Accademia Italiana della Cucina pubblica online sul suo sito “La cucina delle festività religiose”, 40 ricette di ogni Regione, oltre al ricettario nazionale della cucina regionale italiana, con oltre 2.000 proposte.
Il pranzo di Natale in Italia – Ecco le ricette da salvare e adottare per il prossimo Natale, regione per regione:
Valle d’Aosta: mocetta, carbonade
Piemonte: agnolotti al plin, bue bollito
Liguria: cappon magro, pandolce
Lombardia: casoncelli in brodo, cappone ripieno con mostarda di Cremona
Veneto: ravioli in brodo di cappone, polenta e baccalà
Trentino Alto Adige: canederli, zelten
Friuli Venezia Giulia: brovada e muset
Emilia Romagna: tortellini in brodo, panone di Natale
Toscana: arrosti misti, dolci senesi
Marche: maccheroncini di Campofilone al sugo, pizza de Natà
Umbria: cappelletti ripieni di cappone e piccione, panpepato
Lazio: abbacchio al forno, pangiallo
Abruzzo: minestra di cardi, ferratelle
Molise: pizza di Franz in brodo
Campania: cappone imbottito con insalata di rinforzo
Puglia: anguilla arrostita con alloro, cartellate
Calabria: scilatelle con ragu di maiale, quazunielli
Basilicata: minestra di scarole, picciliateddi
Sicilia: pasta con le sarde, mustazzoli
Sardegna: culurgiones de casu, pabassinas di noci