La proposta di riforma del latte, approvata ieri a Bruxelles dalla Commissione europea, è sicuramente un passo avanti per raggiungere importanti provvedimenti per il settore, anche se alcuni aspetti vanno approfonditi e discussi. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale su un argomento così rilevante, oggetto di tensioni e proteste, e ormai in prossimità della cessazione del regime delle quote, occorre aprire un confronto serio nell’ambito della riforma Pac post 2013.
Per la Cia, il rilancio del ruolo dell’interprofessione, previsto dalla proposta dell’Esecutivo Ue, è fondamentale per il settore lattiero, soprattutto in quei Paesi come l’Italia dove questa risulta difficile e sporadica.
Un importante intervento ma adesso serve altro – In egual modo è importante tutta la parte riguardante le relazioni contrattuali tra produttori e trasformatori. Anche se la proposta di obbligatorietà dei contratti sarà facoltativa per gli Stati membri. Per questo la Cia auspica che l’Italia lavori in questa direzione per permettere agli allevatori relazioni contrattuali che li garantiscano nei loro rapporti economici con l’industria. È, però, sicuramente negativo il fatto che non sia stato affrontato il problema della programmazione produttiva, elemento importante per il nostro Paese e per lo sviluppo concreto delle nostre produzioni di qualità (Dop, Igp).