Direttamente nel piatto del consumatore attraverso i canali della ristorazione, del commercio e delle strutture ricettive presenti in Lunigiana e nella Provincia di Massa Carrara. Non solo agriturismi per altro
già obbligati alla somministrazione di menu esclusivamente locali (e regionali) e ristoranti, ma anche negozi di vicinato, bar, cantine, enoteche, alberghi e hotel e persino gli stabilimenti balneari della zona di costa potranno vendere ed utilizzare i prodotti agricoli e artigianali locali. Obiettivo: esaltare e valorizzare gli aspetti riconducibili alla ruralità e al Made in Massa Carrara attraverso la più imponente rete mai
realizzata che mira ad integrare le produzioni agroalimentari tipiche del territorio con gli esercizi commerciali.
Patto di filiera – Si chiama “Patto di filiera” l’ambizioso progetto promosso e cofinanziato dalla Comunità Montana della Lunigiana, Provincia di Massa Carrara, Camera di Commercio, Coldiretti, Cia ed Unione Agricoltori per portare finalmente, senza intoppi, nel piatto del consumatore i prodotti agroalimentari e locali della Provincia di Massa Carrara. Il progetto, presentato al Castello di Terra Rossa, a Licciana Nardi da Paolo Bissoli (Presidente della Comunità Montana), Domenico Ceccotti (Assessore Provinciale Agricoltura), Vincenzo Tongiani (Presidente Provinciale Coldiretti) e Francesco Ciarrocchi
(Direttore Provinciale Coldiretti) e Antonio Bongi (Presidente Lunigiana Amica) ruota attorno al ruolo strategico di Lunigiana Amica che fungerà da naturale snodo tra chi produce, trasforma e vende. Coinvolte, nella prima parte della filiera, quella della produzione e straformazione, 150 imprese
agricole e i principali consorzi – agnello di Zeri, Consorzio Lunigiana Produce, Candia Doc, Fagiolo di Bigliolo, Miele Lunigiana Dop, Consorzio Carni Lunigiana, Cooperativa Produttori Fosdinovo e Farina di Castagna Lunigiana Dop.
Una rete estesissima – Alla Cooperativa Lunidonna di Casola il compito di smistare fisicamente gli ordini e trasportare, dalla Lunigiana, fin al ristorante e albergo che ha effettuato l’ordine, i prodotti. “Con questo progetto di filiera corta – ha spiegato Bissoli durante la presentazione – si vuole trovare un punto d’incontro tra i bisogni di qualità dei consumatori e la necessità di valorizzare e migliorare lavoro e reddito aziendale dei produttori portando il prodotto dal campo alla tavola e quindi ridurre la speculazione che si interpone tra i prezzi molto bassi all’origine e il prezzo finale gonfiato da fattori propri della filiera lunga su cui il produttore e il consumatore non hanno nessun controllo diretto”. Un “patto” di proporzioni vastissime mai messa in atto in Toscana che punta a coinvolgere, una volta a regime, un centinaio di punti vendita e somministrazione anche grazie al contributo interlocutorio della associazioni di categoria (Cna, Confcommercio, Consorzio Mare Monti Marmo etc). Al momento hanno aderito – è possibile iscriversi in qualunque momento – 13 aziende agricole ubicate sul territorio dei 14 Comuni della Lunigiana con prodotti provenienti dallo stesso territorio e 6 esercizi commerciali (empori, negozi, ristoranti, agriturismi). “In questo momento di forte difficoltà è necessario costruire sinergie tra i diversi settori produttivi. E’ una questione di buona volontà – ha spiegato Ceccotti parlando del rapporto stretto tra territorio e turismo – e di salto culturale. Se si consuma al ristorante un prodotto locale si contribuisce a rafforzare l’identità del territorio, e quindi, chi produce. E’ un modo per garantire un futuro al territorio”. Chi fa ristorazione potrà aderire al patto acquistando i prodotti e garantendo
l’esposizione, attraverso corner (da banco o da terra) all’interno dei locali, di vini, olio, confetture, marmellate e dei prodotti tipici. Con il “Patto di filiera” si apre così la più grande operazione di network (messa in rete) colmando finalmente un gap più volte lamentato dal consumatore che ora potrà trovare i prodotti agricoli e artigianali in una vasta rete di punti vendita. “Con questo progetto – spiega Vincenzo Tongiani, Presidente Provinciale Coldiretti – colmiamo una falla sistemica legata alla reperibilità delle produzioni. Fino ad oggi Lunigiana Amica è stata fondamentale per avviare il processo di raccolta delle produzione attivandosi anche per la vendita; oggi il suo ruolo assume una valenza ancora più strategica funzionando da collettore tra chi produce e chi vende. Questa è la fase iniziale di una strategia di valorizzazione e promozione del territorio dalle straordinarie potenzialità. Un sempre maggior numero di agriturismi, ristoranti, hotel e stabilimenti balneari dovrà utilizzare i prodotti agricoli e artigianali locali. Fino ad oggi – spiega ancora – è venuto meno un tassello fondamentale della filiera: la distribuzione. Con questo progetto realizziamo l’ultimo atto del patto di filiera”.
Altri incentivi – E per allargare la rete sono previsti importanti incentivi, come i corner gratuiti, per i soggetti che parteciperanno al progetto e che decideranno, nei prossimi mesi di aderire. “Incentiveremo l’acquisto dei prodotto attraverso una politica di sconti, rispetto al prezzo di listino del 30%. L’obiettivo è rendere capillare e omogenea la distribuzione su tutto il territorio provinciale”. Per il Vicepresidente della Comunità Montana Lunigiana, Enzo Valerio “grande sarà lo sforzo per mettere assieme il mondo
del commercio e quello della produzione agricola, ed in risultati non tarderanno a mostrarsi, anche in prospettiva di una ancora migliore valorizzazione turistica del territorio: acquistare e, possibilmente,
consumare i nostri prodotti tipici in Lunigiana sarà un valore aggiunto con un indotto di grande rilevanza per il territorio e per i nostri operatori”.