Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Campania Vito Amendolara.
Assessore Amendolara, come si chiude il 2010 per l’agricoltura della sua regione? Faccia un breve bilancio.
Una delle priorità nella mia agenda di lavoro, quando ho assunto la carica di assessore era quella di non sprecare i fondi dell’Unione Europea sul Piano di Sviluppo Rurale. L’obiettivo è stato raggiunto, e quindi non posso che essere soddisfatto dell’andamento di questi primi mesi di lavoro. Abbiamo investito l’intera cifra a nostra disposizione (circa 250 milioni di euro) e ciò ci ha permesso di scongiurare il rischio di disimpegno (pari a 122 milioni di euro), anzi siamo in overbooking per una cifra che si aggira tra i 15 e i 20 milioni di euro e questo ci consente di essere primi tra tutte le regioni del Mezzogiorno. Un altro traguardo importante riguarda la riappropriazione dei territori confiscati alla camorra: circa 100 ettari che potranno essere utilizzati per attività agricole, con delle agevolazioni per i giovani agricoltori che decideranno di insediare la propria aziende su un terreno sottratto alla criminalità organizzata.
La Conferenza delle Regioni e Province autonome ha recentemente presentato un documento unitario sulla riforma della PAC: quali sono le aspettative principali dalla prossima Politica Agricola Comune per la Campania?
Gli orientamenti della PAC del futuro sono tali da farci sperare che le previste riduzioni dei fondi di bilancio europeo per l’agricoltura vengano scongiurate . Dobbiamo tutti essere consci che investire in agricoltura è e sarà fondamentale per il futuro delle popolazioni: le lobbies internazionali si adoperano ed investono già da tempo nel settore primario per detenere la sovranità alimentare. Occorre pertanto essere attivi e protagonisti quantomeno nell’area del Mediterraneo dalla quale l’esportazione di ortofrutta verso l’Italia è in continua crescita. Rispetto all’evoluzione dei modelli aziendali, oltre a considerare le potenzialità in termini di produzioni legate al territorio di cui la Campania ed il meridione sono ricchi, potrà essere utile che le piccole aziende diventino nel tempo anche aziende di servizio a supporto del tessuto produttivo in genere ed agricolo in particolare. Ciò nell’ottica della multifunzionalità e della possibilità di offrire servizi e beni pubblici come già auspicato dalla PAC 2007-2013. Le politiche regionali ed il PSR in particolare potranno essere la base per arrivare all’appuntamento di “Europa 2020” pronti alle nuove sfide.
Quali sono le principali criticità e gli attuali punti di forza del settore nella sua regione?
Sicuramente la varietà e la tipicità dei prodotti agricoli rappresenta un elemento di vantaggio per la Campania. La regione vanta ben 335 prodotti tradizionali, 12 DOP riconosciute UE ( tra le quali : mozzarella di bufala campana, pomodoro S.Marzano, 4 oli extra vergine di oliva), 8 IGP registrate UE (tra le quali: mela Annurca campana, limone di Sorrento, limone costa d’Amalfi, carciofo di Paestum) e diversi altri marchi in via di registrazione, ai quali vanno sicuramente aggiunti i 30 vini a marchio ( 3 DOCG, 18 DOC, 9 IGT), la pasta artigianale di Gragnano. In questo contesto il riconosciemto della Dieta Mediterranea come patrimonio immateriale dell’Unesco, rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo per le produzioni agroalimentari campane, che sono proprio alla base dello stile di vita Mediterraneo. Invece, la specificità della tabacchicoltura, purtroppo a causa delle nuove regole della nuova OCM Tabacco non ci consente di valorizzare in pieno un comparto che può crescere. Con l’attivazione della Misura 144 specifica però vogliamo arginare il problema il più possibile. Dobbiamo anche riconoscere la capacità della classe imprenditoriale all’altezza dell’arduo compito di reggere la compentizione sui mercati nazionali e internazionali, nonostante le aziende in questione siano di piccole dimensioni. Rispetto a tale questione si tratta di mettere in atto provvedimenti tesi a realizzare accorpamenti di maglia poderale per avere aziande di dimensioni ottimali.
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Campania.
Allo stato attuale l’agricoltura campana versa in una condizione che definirei più che sufficiente, ma c’è ancora molto da fare. In passato purtroppo non è stata prestata adeguata attenzione al comparto, ma noi stiamo lavorando ad una netta inversione di tendenza che è già cominciata Vogliamo costruire le condizioni per fare sviluppo con i fondi europei nelle zone rurali. L’obiettivo è dar vita a sinergie e filiere.
Speciale bilancio 2010 con gli assessori regionali