Trematerra (Calabria): innovazione e riduzione costi per competitività

Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Calabria Michele Trematerra.

Assessore Trematerra, come si chiude il 2010 per l’agricoltura della sua regione? Faccia un breve bilancio.
 
Quello del 2010 per la Regione Calabria è da archiviare come un anno di transizione, difficile nei sui aspetti generali del dato macroeconomico, ma di presa di consapevolezza sotto il punto di vista dei processi riorganizzativi delle imprese e, più in generale, dell’intero sistema della ruralità.
Infatti accanto all’acutizzarsi di una serie di tensioni di mercato, come risultante di questa crisi economica che, vale sempre la pena ribadire, è la più dura dal 1929, osserviamo una nuova attenzione dell’imprenditoria agricola verso il più piccolo anelito di ripresa, che si esprime con una crescente domanda di innovazione, di nuove metodologie produttive e commerciali. Insomma la crisi che, speriamo, comincia ad essere alle spalle, ha creato la consapevolezza che bisogna stare sul mercato in forma competitiva, senza rendite di posizione, con la forza dell’innovazione e delle politiche di contenimento dei costi aziendali. In breve direi che il 2010 si chiude con il mondo rurale alla finestra, una finestra che, nel limite delle possibilità, anche il Dipartimento Agricoltura si sforzerà di rendere le più ampia possibili. Infatti nei prossimi giorni pubblicheremo i bandi per gli investimenti diretti nelle aziende agricole e di trasformazione, una partita da 100 milioni di euro. Il nostro obiettivo è di fare spesa nelle aziende già nel corso del 2011.
 
La Conferenza delle Regioni e Province autonome ha recentemente presentato un documento unitario sulla riforma della PAC: quali sono le aspettative principali dalla prossima Politica Agricola Comune per la Calabria? 
 
Il nuovo documento unitario sulla riforma della PAC avrà significative conseguenze sul sistema agricolo regionale. Bisogna preliminarmente dire che tale documento non sarà, probabilmente, quello definitivo che le Istituzioni Europee licenzieranno. Ma per restare sul punto, non posso non evidenziare come alcuni passaggi del documento, accanto alla oramai certa riduzione del budget disponibilie, ridisegneranno alcuni certezze radicate nel nostro territorio. Direi che il primo punto che inciderà in maniera significativa è quello relativo all’aggancio del premio del primo pilastro alle superfici, facendo perdere il concetto di “rese storiche”, mentre ancora va compresa la formulazione del concetto di “agricoltore attivo” che si è voluto introdurre. Infatti dalla portata di tale definizione dipenderanno, in parte, gli impatti sulla nostra regione. In merito alle previsioni sullo Sviluppo Rurale direi che sostanzialmente la regione è pronta a svolgere la nuova programmazione, per come riportata sul documento unitario, e lo farà senza piangersi addosso ma programmando certosinamente euro per euro il budget regionale.
La domanda mi chiede le aspettative per la regione Calabria della prossima PAC: indubbiamente il comparto agricolo è molto sensibile agli aiuti connessi alla PAC. Da parte nostra cercheremo di assecondare le politiche che verranno messe in atto con scelte di politica economica regionale coerente e di supporto con l’obbiettivo di massimizzare gli effetti diretti, indiretti ed indotti della PAC, sperando che finalmente con le politiche si sostegno si riesca ad innescare quel circolo virtuoso dello sviluppo che fino ad oggi è mancato.
 

Quali sono le principali criticità e gli attuali punti di forza del settore nella sua regione?
 
Partirei dai punti di forza. Sicuramente tra questi metterei il sempre maggiore grado di specializzazione produttiva che si sta raggiungendo in alcuni sottocomparti, peso all’agrumicoltura ed all’olivicoltura intensiva, al costante miglioramento delle qualità e, da ultimo, al continuo evolversi delle specificità regionali, mediante la valorizzazione di alcune cultivar autoctone nel comparto vitivinicolo e mediante la ripresa di alcune razze animali tipiche regionali, come ad esempio il suino nero di Calabria. Queste nuove tendenze possono rappresentare sicuramente dei punti di forza, soprattutto se viste a sistema con le attività che il dipartimento agricoltura pone in essere. Vorrei ricordare che le nuove tipologie produttive hanno più senso se pensate insieme al fatto che ci sono 900 nuove imprese insediate con il premio regionale per i giovani, che abbiamo decretato e messoin cantiere oltre 4 M€ a favore della R&S di comparto e molte altre attività connesse alla valorizzazione ed alla innovazione. Tra le criticità, che pure sono molte, citerei in prima analisi il fatto che ancora molti dei nostri settori tradizionali sono price takers, per una serie di motivazioni che vengono dal passato. Ancora mettere tra le criticità alcune condizioni orizzontali di sistema, quali un debole sistema del credito, un sistema della ricerca ancora non pienamente tarato sulle sfide competitive delle imprese e, probabilmente, una macchina burocratica ancora non perfettamente in linea con i tempi dettati dall’economia e dal sistema europeo. Ma su questo garantisco che sto lavorando.
 
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Calabria.
 
Dare i voti non è un esercizio semplice. Un numero non riesce quasi mai a dire le complessità dei singoli problemi. Ma se questo mi chiede, a questo devo rispondere: direi che partiamo da un 6 e mezzo con obiettivo 7+ per dicembre 2011 e, speriamo, 8+ per il 2013, anno di fine programmazione.

Speciale bilancio 2010 con gli assessori regionali

agricultura.it

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