Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Lazio Angela Birindelli.
Assessore Birindelli, come si chiude il 2010 per l’agricoltura della sua regione? Faccia un breve bilancio.
Il 2010 si chiude con una bella notizia per l’agricoltura del Lazio. Abbiamo raggiunto l’obiettivo di spesa necessario per evitare il disimpegno automatico di circa 60 milioni di euro a disposizione dall’Unione europea per il Piano di Sviluppo Rurale del Lazio. Soldi che se non spesi entro il 31 dicembre sarebbero tornati nelle casse di Bruxelles, con un effetto catastrofico per i nostri agricoltori e per tutto il settore. Abbiamo vinto una sfida che molti ritenevano impossibile. Invece, snellendo le procedure e lavorando sulle istruttorie, il Lazio è stata una delle poche regioni non virtuose che ha portato a termine il compito. E non è che li abbiamo solo impegnati. I soldi stanno già arrivando. Oltre agli effetti immediati questo ci consente di chiedere altri stanziamenti per i prossimi anni. Ma questa bella notizia è solo l’ultima di un lungo elenco di iniziative messe in atto in questi primi sei mesi dal mio insediamento. Accesso al credito, soluzioni adeguate alle emergenze come quella del cinipide del castagno o della batteriosi del kiwi, valorizzazione della qualità e promozione del prodotto made in Lazio: queste le mie priorità sulle quali abbiamo lavorato senza sosta e con grandi risultati. La semplificazione burocratica e la questione dell’accesso al credito sono state immediatamente affrontate con la presentazione di un disegno di legge regionale per offrire alle aziende forme collettive di garanzia fidi. Inoltre è in fase di approvazione un progetto per la realizzazione, in tutte le province, di una rete di sportelli unici per offrire assistenza e informazioni utili per l’agricoltore. Quanto alla valorizzazione dei prodotti locali, è stata approvata la legge sulla tracciabilità, sulla quale abbiamo stanziato un milione e mezzo di euro, e una normativa per il sostegno e la valorizzazione dei prodotti a Km zero alla quale abbiamo destinato un milione di euro. Altri due milioni sono stati invece stanziati per i farmer’s market.
La Conferenza delle Regioni e Provincie autonome ha recentemente presentato un documento unitario sulla riforma della PAC: quali sono le aspettative principali dalla prossima Politica Agricola Comune per il Lazio?
Sul futuro della Pac ho già avuto occasione di parlare con il commissario europeo Ciolos, durante un nostro recente incontro. Un incontro dal quale sono uscita molto sollevata poiché le future linee guida che mi ha esposto il commissario sul programma agricolo comunitario, corrispondono esattamente alle necessità di sviluppo della nostra agricoltura. Miglioramento della competitività, modernizzazione delle aziende, misure efficaci per favorire l’insediamento dei giovani nei nostri campi: sono queste le nostre aspettative per dare un futuro “reale” alla nostra agricoltura. E su questi punti il commissario Ciolos ha garantito il massimo impegno, insieme alla necessità di dotare la futura Pac di meccanismi che consentano di integrare il reddito dei produttori nei periodi di crisi, e favorire l’erogazione degli aiuti diretti non più sulla base della superficie agricola ma ai produttori che hanno lavorato con maggior impegno per realizzare un’agricoltura di qualità. In questo modo i produttori del Lazio risulterebbero sicuramente tra i più favoriti. Comunque il dibattito sul futuro della Pac è ancora in pieno svolgimento e noi dell’assessorato alle Politiche Agricole, insieme alle organizzazioni di categoria, siamo determinati a costituire un riferimento e una voce indispensabile per tracciare il futuro del settore.
Quali sono le principali criticità e gli attuali punti di forza del settore nella sua regione?
Inizierei col sottolineare i punti di forza dell’agricoltura del Lazio, che sono senz’altro le sue straordinarie produzioni e la sua vocazione agroalimentare. Una storia che gode di ben 367 prodotti agroalimentari tradizionali, 13 prodotti DOP, 7 IGP, 26 DOC, i quali portano nei loro sapori il lavoro di migliaia di piccole e medie imprese agroalimentari che lavorano nel nome della tradizione e anche della modernità.
La qualità è un veicolo di sviluppo e di crescita economica straordinario. Qualità e identità delle nostre produzioni e dei nostri territori coniugati con il patrimonio artistico, storico, architettonico e paesaggistico del Lazio: questi i punti di forza che sta a noi amministratori promuovere spianando la strada dagli ostacoli che oggi incontrano gli imprenditori agricoli. Ma le difficoltà oggi sono davvero ingenti e il settore agricolo sta soffrendo più degli altri della difficile congiuntura economica in atto: il crollo dei prezzi sui campi, gli aumenti dei costi produttivi e contributivi, il peso della burocrazia, la caduta verticale dei redditi, impongono di essere affrontati con progetti lungimiranti e strutturali. E’ necessaria una maggiore aggregazione delle forze in campo, una partecipazione del territorio a progetti comuni di sviluppo. Una “unità che fa la forza” che stiamo cercando di stimolare attraverso iniziative concrete in grado di far guadagnare la fiducia al credito e non frenare gli entusiasmi, che pur ci sono, da parte dei tanti giovani che oggi vogliono trovare occasioni di lavoro nelle nostre campagne.
Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura del Lazio
L’ho già detto. Il Lazio è una regione con grandi potenzialità ma ha bisogno di concretizzare il modo per rendersi competitiva. Gli strumenti ci sono, basta utilizzarli al meglio: i progetti messi in campo con i fondi del Psr, le nuove normative sulla tracciabilità e la promozione dei prodotti di qualità, l’accorciamento della catena alimentare, l’impegno per la semplificazione burocratica e lo sviluppo di forme di integrazione al reddito capaci di far leva sulle attrattive paesaggistiche e ambientali del territorio. Tutto questo mi porta a guardare con fiducia il futuro dell’agricoltura del Lazio, tanto da assegnarle oggi un 5 e mezzo, un voto che non è la sufficienza, perché c’è tanto ancora da lavorare, ma che offre un ampio margine di miglioramento.
Speciale bilancio 2010 con gli assessori regionali