Una "rivoluzione verde" non soltanto per chi coltiva, ma anche per chi trasforma e consuma. Eco-sostenibilità di filiera. In anteprima il 4 febbraio a Bologna. Bioenergy Expo di Veronafiere, nel 2011 in programma dal 4 al 6 maggio, in concomitanza con Solarexpo, promuove un nuovo modo di fare agricoltura. Mediante l’utilizzo di energie da fonti rinnovabili, certamente. Ma sfruttando, in parallelo, un minor impatto ambientale, requisito che dal recente vertice sul clima mondiale di Cancun (Messico) esce rafforzato. L’obiettivo è quello di mitigare le emissioni in atmosfera. Ridurre i gas serra. Anche nell’ottica della nuova Politica agricola comunitaria, in fase di discussione nei prossimi mesi, ma che dovrebbe valorizzare ulteriormente i criteri di eco-sostenibilità. In parallelo, poi, vi è una missione – peraltro dichiarata anche nel documento programmatico sovranazionale "Europa 2020" – di promuovere la diffusione delle energie da fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse, filiera legno-energia, biogas, idroelettrico). Eppure, se è abbastanza intuitivo incentivare lo sviluppo di un "Green Deal", il problema potrebbe porsi sul versante dei gas serra. E cioè: come calcolare la quantità di CO2 prodotta in un processo di coltivazione e lungo tutta la filiera che va dal seme alla tavola? A questa domanda hanno trovato risposta il CCPB di Bologna e il Consorzio il Biologico, grazie ad una nuova certificazione – messa a punto a livello scientifico con la collaborazione della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Trees srl, Lca Lab di Enea, Crpa (Centro ricerche delle produzioni animali di Reggio Emilia) e Crpv (Centro ricerche produzioni vegetali di Cesena).
Innovazione – Questo pool tecnico-scientifico ha ora steso un documento, cioè uno standard per definire i requisiti di processo che una filiera agroalimentare deve adottare al fine di giungere alla definizione della quantità di emissioni in gas serra per unità di prodotto e, contemporaneamente, per dare evidenza dell’energia consumata (o utilizzata nel processo produttivo) e della quota di energia rinnovabile utilizzate. "Con il sistema calibrato dal CCPB, insieme con questi importanti partner – spiega Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB – è appunto possibile dimostrare la quantità di energia consumata e la CO2 equivalente, emessa durante il processo produttivo". Questo comporta notevoli vantaggi. "Verso il consumatore, ad esempio, ma anche nei confronti dell’ambiente, con una maggiore sensibilità e consapevolezza del ciclo produttivo – prosegue Piva -. Inoltre, non devono essere dimenticati i vantaggi nei confronti delle stesse imprese della filiera, da quella agricola, in previsione degli strumenti finanziari che la nuova Pac metterà in atto, alla trasformazione fino alle imprese di distribuzione". Sarà una rivoluzione anche in fase di etichettatura, dal momento appunto che si potrà evidenziare – direttamente al grande pubblico o agli operatori della catena – la quantità di gas serra emessi per l’ottenimento di quello specifico prodotto, oltre che la quantità di energia consumata. E chi è più "verde" potrà beneficiare di un’immagine in linea con le esigenze produttive sempre più a minor impatto ambientale. Il metodo è già stato ampiamente testato, come sottolinea Piva,"su alcune colture ortofrutticole e sull’allevamento.
Convegno – E alcuni dati verranno illustrati proprio nel corso del convegno del 4 febbraio". Convegno il 4 febbraio a Bologna su "Gas serra ed energie rinnovabili". L’innovativo sistema di valutazione sul calcolo delle emissioni di gas serra verrà illustrato nel corso del convegno su «Gas serra ed energie rinnovabili», in programma il prossimo 4 febbraio (ore 9) nell’Aula Magna della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Moderatore dell’incontro sarà Patrizio Roversi, volto noto della televisione. Dopo i saluti del preside della Facoltà di Agraria, prof. Andrea Segrè, e del presidente del Consorzio il Biologico, Lino Nori, seguiranno le relazioni di Andrea Zaghi di Nomisma (Il contributo del comparto agroalimentare nella lotta al cambiamento climatico: potenzialità e prospettive); Alvaro Crociani e Matteo Zucchelli del Crpv (Nella sostenibilità delle filiere agroalimentari, quali metodologie di approccio per la componente agricola); Laura Valli del Crpa (Esperienze di valutazione ambientale nel settore zootecnico); Giorgio Ragaglini, Simona Bosco, Enrico Bonari della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa (Carbon footprint di prodotti della filiera agroalimentare: metodologia di calcolo); Germana Olivieri, Francesca Falconi di Lca Lab di Bologna (Panoramica dei sistemi di etichettatura ambientale di prodotto); Fabrizio Piva, Giuseppe Garcea di CCPB di Bologna (Un possibile approccio per l’attività di controllo e certificazione). In un percorso che certifica le produzioni non soltanto nel segmento della produzione, ma anche nel percorso della trasformazione e distribuzione, seguiranno poi gli interventi di Claudio Mazzini (L’esperienza di Coop Italia), Roberta De Natale (L’approccio sostenibile di Auchan Gruppo), Luca Ruini (Gruppo Barilla, il primo sistema Epd certificato del settore agroalimentare). Ad Alberto Manzo, dirigente del MIPAAF (Ufficio Agroenergie e Filiere Minori), saranno affidate le conclusioni.