In tempi di crisi, prolungata e lancinante, quelli che stanno peggio sono i pensionati, ovvero le fasce più deboli. Lo dice a gran voce l’Associazione nazionale pensionati della Cia Toscana che oggi a Firenze ha svolto l’assemblea regionale, di fronte a un centinaio di associati
Le condizioni attuali – “Siamo un’associazione – sottolinea il presidente di Anp Toscana, Enio Niccolini – che è presente massicciamente nelle aree rurali, e di queste ne vuole essere anche una espressione politico – sindacale. Siamo preoccupati dei tagli operati dal Governo verso gli enti locali e anche la Regione e le istituzioni locali sono in una fase troppo attendista. Gli anni che ci aspettano saranno ancor più difficili in base alle decisioni prese dal Parlamento: è a rischio la tenuta dei livelli minimi di tutela sociale e dei servizi. Siccome i cosiddetti “rami secchi” sono sempre i territori rurali, in questi territori i comuni rischiano di non avere nemmeno un centesimo per accendere una lampadina. Perché sono proprio questi comuni che sembrano i più penalizzati. Non hanno entrate proprie dirette, non sono Firenze, Siena o Pisa che hanno margini maggiori. Togliere dieci corse al giorno di una autolinea a Firenze, è un disagio di venti minuti, ma togliere l’unica linea fra la Garfagnana e Lucca significa togliere il trasporto a centinaia di anziani. Ed anche ridurre i posti letto nelle residenze sanitarie assistite di una città è diverso che chiudere dei posti letto in una piccola RSA rurale. Ecco perché dobbiamo trovare tutte le forme affinché si riesca – aggiunge Niccolini – a costruire un nuovo rapporto di welfare locale che aiuti dal basso le popolazioni locali in rapporto ai reali bisogni che ognuno ha in rapporto al reddito, alla salute, alle condizioni sociali. L’Anp Toscana ha poi sottolineato come l’accordo sottoscritto come Cupla (Coordinamento dei pensionati autonomi) con la Regione può aprire la strada a grandi opportunità per questa fascia di età. Sta a noi – prosegue Niccolini – saper sviluppare questo importante strumento con progetti, idee, intese e accordi anche i più minuti. Sia con gli enti locali, con Asl e Società della salute ma anche con i quartieri, con associazioni di volontariato, con strumenti anche nostri interni”.
Gli aiuti – Alla Regione l’Anp Toscana chiede coerenza con gli impegni assunti, a partire dalla Sanità alla non autosufficienza. “Chiediamo di essere supportati in questo impegno. Formare i cittadini, renderli consapevoli del ruolo che possono giocare per se e per la propria comunità non è cosa da poco. Non vogliamo essere esclusivi, ma nemmeno vogliamo essere esclusi. Noi ci sentiamo una componente che può dare il proprio contributo. Chiediamo anche un aiuto e un sostegno alle idee, scontrandosi se necessario anche con arcaici burocratismi. Alla Regione chiediamo anche di dare un segnale più forte ai cittadini. All’Anci e a Federsanità chiediamo di sederci subito attorno ad un tavolo. Incontriamoci come Cupla e Regione e se necessario anche assieme con le nostre organizzazioni madri per impostare un canovaccio di lavoro. Noi puntiamo molto sul rapporto territoriale, non solo quello politico sindacale, ma nel più vasto rapporto anche di tipo culturale e ricreativo”. Prossimamente si terranno assemblee di pensionati in tutte le zone della Toscana e a conclusione ci sarà una manifestazione pubblica a Grosseto, nel mese di marzo.
Una comunità rurale che sta cambiando – “Le proposte e le iniziative dell’Anp – sottolinea il presidente Cia Toscana Giordano Pascucci – sono condivise e sostenute dalla Cia, la salvaguardia del potere d’acquisto dei pensionati è una battaglia di civiltà. Il Governo deve una risposta a questi cittadini – lavoratori che hanno contribuito alla crescita del nostro paese, le pensioni al minimo devono essere innalzate, le disuguaglianze devono essere colmate e non accentuate. Bisogna rafforzare i servizi, le infrastrutture e la mobilità nelle aree rurali e su questo la Cia ha già avanzato proposte specifiche alla Regione Toscana ed agli enti locali. Il modello toscano – ha concluso Pascucci – è eccellente, ma occorre potenziarlo, renderlo più diffuso e qualificarlo, in particolare nelle aree rurali emergono nuovi bisogni dei pensionati ma anche dei giovani e delle donne. Stanno mutando le peculiarità delle comunità rurali, per questo entro l’anno promuoveremo una iniziativa pubblica di approfondimento sui servizi nelle aree rurali, l’occasione per fare il punto sui servizi da mantenere e potenziare, essenziali per il vivere civile”.
Welfare – Giorgio Del Ghingaro, presidente di Federsanità Toscana e responsabile settore welfare e sanità di Anci Toscana ha parlato delle difficoltà dei Comuni per continuare a garantire i servizi a seguito del tagli della finanziaria. “Andrà rivolta attenzione particolare – ha detto – ai territori rurali da parte di Anci Toscana e dei Comuni per assicurare un adeguato welfare locale in queste realtà”.
Proccupazione – L’assessore regionale al welfare Salvatore Allocca ha rimarcato la preoccupazione della Giunta regionale per i tagli imposti dal Governo nazionale “che si scaricano comunque sui cittadini ampliando disparità e disuguaglianze, in particolare su giovani e donne”. Ha anche aggiunto che la Regione vuole mantenere un adeguato welfare e occorre andare alla riprogettazione del modello toscano, attraverso la partecipazione ed il coinvolgimento delle forze sociali.
Si auspica una risposta del Governo – Concludendo i lavori, Vincenzo Brocco, presidente nazionale ANP ha annunciato la mobilitazione dei prossimi mesi: “sollecitiamo risposte concrete da parte del Governo – ha affermato – per il recupero del potere d’acquisto dei pensionati ed in particolare per coloro che devono sopravvivere con la pensione minima. La sfera pubblica deve rassicurare il pensionato su due preoccupazioni: che avranno i mezzi per curare loro ed i familiari attraverso il recupero del fiscal drag (drenaggio fiscale) e che potranno contare su servizi socio sanitari qualificati nelle aree rurali in caso di malattia o non autosufficienza”.