Una tradizionale pasta e fagioli alla veneta, con legumi di territorio e fettucce fatte a mano, ha suggellato l’alleanza e l’identità di vedute sulla qualità e sul primato della cucina tipica tra il presidente del Veneto Luca Zaia e i ristoratori padovani coinvolti, all’inizio di gennaio, in un caso giornalistico circa l’impropria frequentazione presidenziale della cucina cinese.
Una stretta collaborazione – “Spiace che qualcuno abbia ricamato su un problema che non esiste – ha ribadito Zaia – e sono davvero lieto che siano oggi nella sede della Giunta veneta ristoratori che ho sempre difeso e che continuo a difendere”. Tutto è nato da una forzatura costruita su una foto che ritraeva Luca Zaia assieme ad un ristoratore cinese, la cui didascalia parlava di cena di Capodanno. Nessuna preferenza e nessuno spot di Capodanno, trascorso invece dal presidente del Veneto in un ristorante assolutamente tipico, mentre era stato invitato per il giorno successivo dall’amico cinese “Marco”, che gli aveva fatto trovare sul posto giornalisti e fotografi. Un equivoco giornalistico, insomma, ha ribadito il ristoratore Ivan Berton, già interlocutore di Zaia a Caterpillar sulla questione, a nome di tutti e otto i firmatari della lettera con la quale si invitava il presidente della Regione a frequentare “pure i nostri locali”. Il gruppo di ristoratori era accompagnato dal segretario della FIPE Federazione Italiana Pubblici Esercizi del Veneto Angelo Luni e per il quale è intervenuto a nome degli otto firmatari della lettera Ivan Berton. “Conosciamo bene la pluridecennale attività di Zaia, in ogni situazione, a favore della ristorazione di tradizione e della cultura agroalimentare veneta – ha fatto presente Berton – e oggi lo vogliamo ribadire”.
L’eccellenze venete – “Il Veneto ha oltre 350 prodotti tipici, una ventina di prodotti DOP e IGP, ormai 10 vini a DOCG e 26 DOC – gli ha fatto eco Zaia – e se questo giacimento di sapori è conosciuto a livello internazionale ed è una delle principali motivazioni agli oltre 60 milioni di presenze turistiche, lo dobbiamo proprio ai nostri ristoratori”.