Anno nuovo, crisi vecchia. Non è uno slogan, ma la dura realtà con cui deve fare i conti l’agricoltura toscana ad inizio 2011. Lo ha sottolineato la Cia Toscana quest’oggi a Firenze in un incontro con la stampa per fare il punto sull’attuale situazione del settore.
Alcuni dati – I costi di produzione sono aumentati del 6% nel 2010 (rispetto al 2009), dopo che negli anni precedenti – spiega la Cia Toscana – erano già aumentati in modo considerevole: +11% nel 2009; +10,6% nel 2008 e +6,1% nel 2007. Un aumento dei costi di produzione che nel solo mese di novembre ha fatto registrare un +3,9% rispetto allo stesso periodo del 2009. Questo a fronte di una diminuzione del reddito degli agricoltori pari al 3,3% rispetto all’anno precedente (contro un +12,3% della media UE a 27); e ad una diminuzione degli ultimi 5 anni del 16,9%, contro una crescita media UE del 10%.
Una situazione allarmante – "Tra mezzi di produzione (concimi, mangimi, sementi, antiparassitari, gasolio), oneri contributivi e burocratici, – afferma Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana – siamo in presenza di un peso insostenibile. In dieci anni, dal 2000 ad oggi, si è assistito a rincari considerevoli. Per alcuni prodotti i prezzi pagati dall’agricoltore sono praticamente triplicati. Tra questi, soprattutto la “voce” energia ha inciso in modo grave sulla gestione aziendale. Una situazione allarmante che, sommata ai prezzi non remunerativi sui campi, diventa esplosiva e rischia di trascinare nel baratro centinaia di aziende che non riescono più a stare sul mercato. Il campanello d’allarme è il crollo dei redditi, che nel 2009 sono stati “tagliati” di oltre un quarto, e che nel 2010 dovrebbero scendere di circa il 3,5%".
Strategie condivise – La Cia Toscana rinnova la sua vibrante richiesta affinché vengano prese misure realmente incisive, riguardo all’“accisa zero” per il gasolio a partire dalle colture di serra. Un’agevolazione, del resto, come quella per i benzinai inserita nel decreto “Milleproroghe”: "Attendiamo delle risposte concrete dal Governo – prosegue Pascucci –, servono soluzioni strutturali e pluriennali, nonché la messa in campo di strumenti e regole per la gestione dei mercati". E’ necessario – aggiunge la Cia – individuare insieme alle Regioni strategie politiche e sostegni per rendere remunerative sui mercati le nostre produzioni a partire da quelle di qualità e legate al territorio, e per ridare competitività alle imprese. "In questa direzione – sottolinea il presidente Pascucci – sono già avviati, da alcuni mesi, i tavoli di confronto con la Regione Toscana e in particolare con l’assessore Salvadori per mettere a punto strategie concrete sulle diverse filiere".
La preoccupazione degli agricoltori – Secondo la Cia Toscana la produzione del comparto nel 2010 resterà negativa, con una flessione generale pari al meno 1,8 per cento. Ma non è l’unico dato a preoccupare gli agricoltori toscani: "l’anno appena trascorso – aggiunge il direttore della Cia regionale Valentino Vannelli – ha visto un calo del valore aggiunto del settore del 3 per cento, e anche prezzi non remunerativi (l’incremento dello 0,8 per cento non recupera affatto il crollo del 14 per cento registrato nel 2009), costi e oneri complessivi in ulteriore crescita ( più 4-5 per cento) e redditi in picchiata".