Il radicchio rosso di Treviso viaggia verso la Dop. Il Consorzio di Tutela, infatti, ha avviato la procedura che porterà il Radicchio Rosso di Treviso ad ottenere l’importante denominazione. E si tratterebbe del primo ortaggio italiano a ricevere questo prestigioso riconoscimento e il 115esimo prodotto alimentare nazionale a potersi fregiare del marchio di tutela della denominazione di origine protetta.
Il prodotto – Solo il Radicchio che dal seme alla confezione è prodotto nella zona indicata dal disciplinare (provincia di Treviso più una parte di quella veneziana e padovana) potrà vantarsi della dicitura “Radicchio Rosso di Treviso”. “Si tratta di una misura – spiega Paolo Manzan, presidente del Consorzio – che mira ad aumentare ulteriormente il prestigio della nostra cicoria difendendo il territorio in cui essa nasce ed è prodotta, quindi un modo per proteggere ancora di più i produttori dalla contraffazione e dall’imitazione”. La DOP richiede infatti che tutti i passaggi della lavorazione dell’ortaggio avvengano all’interno dell’area geografica indicata. La richiesta è stata già inoltrata alla Regione Veneto, come da regolamento, e poi per essere valida dovrà essere approvata anche in sede nazionale e infine a livello europeo.
I prezzi – La stagione, giunta al suo apice con le festività natalizie quando la richiesta era massima e i prezzi discretamente alti, si conferma su un trend positivo. “I prezzi – spiega Manzan – inizialmente alti a causa delle difficoltà vissute dagli agricoltori durante questi mesi di forte piovosità, sono poi scesi agli inizi di gennaio fino a raggiungere delle punte minime di 2,5/3 euro al kg all’ingrosso. Da metà gennaio in poi invece c’è stata una lieve ripresa, dovuta alle previsioni di una nuova ondata di freddo”.
Export – Il Radicchio Rosso di Treviso insieme al Variegato di Castelfranco si conferma come prodotto trainante anche nel mercato estero, in primis in Germania dove l’export cresce di anno in anno, ma anche in Russia ed altri paesi dell’est Europa quali Ungheria e Romania. Sempre più importante sta diventando anche l’export verso la Cina, in particolare rivolto alla ristorazione d’elite, un fenomeno nuovo e in espansione con il quale il mondo dell’agroalimentare di qualità si interfaccia con interesse.