Tre miliardi e mezzo di euro erogati a oltre un milione di beneficiari. Sono i numeri del 2010 dell’Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura, che nella sua funzione di Organismo Pagatore (per tutte le Regioni che non dispongono di OP territoriale, verso le quali Agea svolge invece le funzioni di coordinamento), l’Agenzia ha erogato direttamente 3,5 miliardi di contributi, destinati a 1.115.950 beneficiari. Nel totale dei destinatari è compresa anche una quota minima di aziende agricole beneficiarie che operano in regioni dove esistono gli Organismi Pagatori territoriali, ma che ha ottenuto erogazioni direttamente da Agea per alcune voci particolari.
I numeri – La quota maggiore dei fondi erogati ha riguardato la “domanda unica” per la quale l’OP Agea ha distribuito 2,04 miliardi di euro destinati a 927.819 beneficiari. Seguono: lo “sviluppo rurale” con 824,5 milioni di euro destinati a 103.843 destinatari; l’ortofrutta, il tabacco e altri prodotti
trasformati per 247 milioni di euro pagati a 236 beneficiari; la promozione, il miglioramento
qualitativo e gli aiuti sociali per 134 milioni di euro a 696 beneficiari (in allegato la tabella con il
dettaglio dei vari settori di intervento).
Ripartizione fra regioni – La Puglia è risultata la Regione con la maggior quota di erogazioni, pari a 663,8 milioni di euro, pagati a oltre 254 mila beneficiari, seguita dalla Sicilia con 518 milioni di euro a più di 184 mila produttori e dalla Campania con 376 milioni di euro destinati a quasi 114 produttori agricoli. “I risultati raggiunti da Agea – commenta il presidente dell’Agenzia, prof. Dario Fruscio – sono il frutto di un continuo incremento dei livelli di efficienza, che ha reso possibile un progressivo abbattimento dei costi, il che ha portato ad assicurare ed anzi migliorare il servizio offerto nonostante dal 2007 a oggi le risorse trasferite dal ministero dell’Economia ad Agea per il proprio funzionamento siano passate da 245 a 122 milioni di euro. Tale andamento regressivo del sostegno erariale pubblico mi chiedo, a questo punto, se non ponga la necessità di rivedere la legge n.165/1999 in tema di Organismi Pagatori regionali. Penso che l’analisi recente della Corte dei Conti che evidenzia una eccedenza di aggravio di diverse decine di milioni di euro per le attività degli OP Regionali non possa essere trascurata. Sull’esempio degli altri Paesi comunitari sarà il caso che il nostro legislatore si ponga il tema dell’accoglimento della funzione di pagamento in un unico organismo nazionale. Una tale scelta nulla toglierebbe, per altro, alle Regioni in materia di competenze riconosciute costituzionalmente, posto che il vero interesse delle Regioni è la definizione dei criteri e della modalità per l’attuazione degli interventi di governo e di sviluppo delle politiche agricole di ciascun territorio. Anzi, è possibile affermare se ben si valuta il tutto, che liberare le Regioni dall’incombenza della funzione di pagamento, equivarrebbe ad alleggerire la loro operatività di settore, così potendo dedicare maggiore attenzione a quegli ambiti che sono effettivamente funzionali e indispensabili ai fini del tracciare e perseguire una finalità di vera e reale politica agraria. Tutto ciò – conclude il presidente Fruscio – varrebbe, per un verso a realizzare un miglioramento funzionale in ambito regionale, e per l’altro a rendere più fluido e regolare il rapporto fra la funzione dell’OP nazionale e la Commissione europea. Il tutto producendo una forte contrazione della spesa pubblica allargata, intendendo tale quella complessiva centrale e quella rapportabile alle regioni con propri Organismi Pagatori”.