Le difficoltà della pesca in Veneto sono prossime ad un punto di non ritorno e i rappresentanti dei COGEVO (Consorzi per la Gestione e la Tutela della Pesca dei Molluschi Bivalvi) di Venezia e Chioggia chiederanno a breve al Ministero delle Politiche il “riconoscimento dello stato di crisi del settore”. Lo hanno annunciato ieri sera a Palazzo Balbi nel corso della riunione dell’Unità di crisi di settore, promossa dall’assessore regionale alla pesca Franco Manzato. All’incontro erano presenti i rappresentanti delle istituzioni, organizzazioni e organismi cooperativi interessati.
I dati – E’ dal 2008 che il comparto risente delle gravi morie verificatesi sui fondali costieri veneti. La produzione del COGEVO di Chioggia, in particolare, è diminuita da 1.873 alle attuali 494 tonnellate, nonostante il fermo pesca e la diminuzione volontaria delle ore di attività per favorire il ripopolamento. Il quantitativo attuale non è ritenuto sufficiente a produrre oggi reddito, compromesso anche dagli elevati costi che gravano sulle attività di pesca, a partire dal gasolio.
L’incontro – Nel corso della discussione è stata in proposito ribadita la necessità del coinvolgimento del comparto produttivo già nelle fasi preliminari di ogni attività che abbia impatti sui fondali o sull’ambiente marini, rendendo obbligatorio per chi esegue eventuali lavori di escavo provveda alla riqualificazione e al ripristino. Regione e Associazioni di Categoria hanno tra l’altro convenuto di avviare una procedura, da coordinare con il Ministero, che permetta di finanziare la demolizione di una ventina di imbarcazioni già adibite alla piccola pesca, impiegate per lo strascico entro le tre miglia, la cui posizione in graduatoria non ne permette attualmente il finanziamento, orientato soprattutto alle imbarcazioni maggiori. E’ stato infine comunicato che nell’ambito della programmazione 2007 – 2013 cofinanziata dal FEP, la Giunta regionale approverà entro la prima quindicina di febbraio tre bandi a sostegno della pesca professionale e dell’acquacoltura: misura 2.1 Acquacoltura, per circa 2,5 milioni; misura 2.3 Trasformazione e Commercializzazione, per circa 2 milioni; ; misura 3.3 Portualità per circa 1,5 milioni.