Solo un piccolo sollievo per gli allevatori dei suini, ma non una soluzione definitiva. Commenta così la Cia il provvedimento europeo sull’ammasso privato precisando che “non possiamo che auspicare che i prezzi dei suini italiani possano, di conseguenza, registrare dei rialzi. Tenendo conto che gli allevamenti nazionali stanno vivendo un periodo difficile in cui i prezzi sono molto vicini se non sotto, in alcuni casi, i costi di produzione”.
Il provvedimento – Nei giorni scorsi la Commissione europea ha approvato misure di aiuto al settore suinicolo prevedendo aiuti agli operatori che, a loro spese ed accollandosi gli eventuali rischi, immagazzinano la carne per un periodo che va da 3 a 5 mesi. L’intensità degli aiuti dipende dal tipo di taglio e dal periodo di stoccaggio. Alla fine del periodo di stoccaggio, la carne verrà rilasciata sul mercato europeo, oppure, dopo uno stoccaggio di almeno due mesi, potrà essere esportata.Se la situazione del mercato continuerà a richiederlo, in futuro la Commissione potrebbe decidere di ampliare il periodo di stoccaggio.
La crisi del settore – La Cia ricorda che molti allevamenti italiani, oberati da pesantissimi costi di produzione e alle prese con prezzi in caduta libera (sempre più vicini all’euro al chilogrammo e inferiori a quelli corrisposti nel 2008), sono a rischio chiusura, mentre il nostro Paese è sempre più invaso da prosciutti e salami stranieri. Il provvedimento Ue, secondo la Cia, non può essere sufficiente per risolvere i problemi di un settore che è colpito, ormai da anni, da una crisi strutturale. L’Europa, a questo riguardo, dovrebbe impegnarsi nella predisposizione di una strategia di interventi che permettano a questo comparto importante dell’agricoltura europea un futuro sviluppo. Anche a livello nazionale è importante un’azione da parte del governo, che la Cia sollecita da tempo. Basti pensare ai problemi del credito, che stanno mettendo in ginocchio molte aziende, pregiudicandone lo sviluppo futuro.
Nuove richieste – La Cia rinnova, quindi, la richiesta della convocazione del Tavolo della filiera suinicola, che deve portare alla rapida definizione da parte delle istituzioni di interventi concreti a favore degli allevatori suinicoli. In questo senso, si è ancora in attesa del “Piano di settore” promesso in tempi ormai lontani. Interventi che sono di vitale importanza, considerando anche il fatto che i suini italiani costituiscono la base della filiera di molte produzioni di qualità del nostro “made in Italy” alimentare esportate nel mondo.