In una nota diffusa quest’oggi, il ministro per le politiche agricole Galan ritorna sul momentaneo stop importo dall’Unione Europea alla legge italiana sull’etichettatura: "Credo di poter dire di essere tra quei Ministri italiani, con responsabilità per le politiche agricole, di sicuro sempre presente o quasi a Bruxelles, ma anche nel resto dei ‘dintorni’ comunitari. Dico questo perché noto un nervosismo eccessivo da parte dei ‘soliti noti’ attorno alla vicenda legata all’approvazione unanime di una legge italiana che obbliga a indicare il luogo di lavorazione e di origine della materia prima".
L’excursus – "Fino ad ora, nel mio ruolo di Ministro, ho operato nei termini più europeisti possibili, così con le multe delle quote latte o con le nuove regole sulla pesca in Mediterraneo." – continua Galan – "E altrettanto sto facendo nel percorso non facile che ci porterà alla Pac dopo il 2013, dove per Politica Agricola Comune s’intende la possibilità o meno per l’Italia di ricevere finanziamenti indispensabili per il nostro sistema agroalimentare ma non solo".
La lettera – "Come già detto, i Commissari Dacian Ciolos e John Dalli mi hanno scritto, e lo hanno fatto nei termini con cui simili questione vanno trattate in sede comunitaria". – prosegue il ministro – "Pertanto, né minacce né condanne, ma solo un corretto rapporto fra Bruxelles e Italia. Il nostro Paese, il nostro Parlamento, il Governo e tutte le organizzazioni interessate ad un tema così importante hanno voluto una legge, sulla cui approvazione forse qualche merito mi andrebbe riconosciuto, che seguirò passo passo lungo le diverse tappe dell’iter comunitario. Insomma, nulla sarà fatto se non in un costante rapporto con le istituzioni comunitarie. Ma di sicuro non possiamo fermarci di fronte ad ostacoli, che attualmente non vedo, volti a danneggiare i nostri importantissimi interessi economici e con questi anche la salute dei consumatori. Si parte con le filiere dei salumi e dei lattiero-caseari e di volta in volta le nostre scelte saranno portate a Bruxelles alla ricerca di una condivisione che possa, in un prossimo futuro, fare di tutta l’Unione Europea un continente al sicuro da contraffazioni e opacità d’ogni genere”.