Un’onda anomala di caldo che ha fatto sperare nell’arrivo della primavera, ingannando anche le piante. E così le temperature più elevate di questi giorni hanno fatto fiorire le mimose con un anticipo di addirittura un mese rispetto al normale. E’ quanto afferma la Coldiretti.L’anticipo di fioritura che colora di giallo giardini e campagne è il segnale piu’ tangibile degli effetti dei cambiamenti del clima sulle mimose che sono piante particolarmente sensibili. Le temperature piu’ elevate delle medie stagionali hanno in realtà conseguenze su tutte le piante dove viene stimolato il risveglio vegetativo con la linfa che riprende a circolare e le gemme che si accrescono.
I pericoli del gelo – Il rischio è che, come preannunciato che l’alta pressione tenderà ad elevarsi verso la penisola scandinava, attivando gelidi ed impetuosi venti polari che tenderanno a raggiungere l’area Balcanica entro il 14 febbraio con masse d’aria gelida continentale che pare possano raggiungere anche i versanti adriatici provocando nevicate diffuse fino in pianura. Il ritorno sull’Italia del brutto tempo con un brusco abbassamento delle temperature, sostiene la Coldiretti, potrebbe trovare le piante prive di difese. i danni da gelo nei vegetali in seguito all’ abbassamento della temperatura si manifestano soprattutto negli organi della pianta più ricchi d’acqua come i frutti, i fiori, le foglie ed altri organi erbacee. Un pericolo che – precisa la Coldiretti – riguarda anche le piante coltivate che potrebbero essere colpite dalla recrudescenza del freddo nel momento più critico con danni ingentissimi.
Cambiamenti climatici – Il manifestarsi di eventi sempre piu’ estremi come le improvvise ondate di caldo in piena estate o l’aumento dell’intensità delle precipitazioni ma anche gli sfasamenti stagionali sono – afferma la Coldiretti – il risultato dei cambiamenti climatici destinati a produrre conseguenze strutturali sull’attività agricola. Si tratta di processi che rappresentano una nuova sfida per l’impresa agricola e per la ricerca che devono interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.