Da dieci anni a questa parte il consumo di vino negli Stati Uniti è in continua crescita, un trend positivo che in prospettiva futura gli analisti di settore valutano destinato a progressivo incremento. Attualmente le aree di maggior consumo sono senz’altro New York, la California e la Florida. Quest’ultima, in particolare, è la regione in cui la richiesta di vini d’importazione è più alta.
I dati – È un dato significativo, attribuibile alla presenza di fasce importanti di consumatori, quali i cosiddetti “Millennials” (di età compresa tra i 21 e i 30 anni), “X Generation” (tra i 31 e 40 anni) e i “Boomers” (tra i 41 e i 60 anni) che insieme rappresentano oltre il 70 % dei consumatori del settore, ma anche grazie a una forte industria dell’ospitalità che con oltre 57 miliardi di dollari di fatturato e circa 900.000 addetti, rappresenta da sola il 20% dell’economia dello stato. Inoltre, è da considerare l’importanza strategica assunta dalla Florida nella logistica degli scambi commerciali nazionali ed internazionali. Miami può essere infatti a buon diritto considerata uno snodo cruciale, la vera e propria porta d’accesso verso il sud degli Stati Uniti, l’intera America Latina e Caraibica. Si spiega così perché molti gruppi leader del food and beverage e dei servizi turistici hanno scelto di avere qui il proprio quartier generale: dalla Burger King alla compagnia Carnival Corporation, proprietaria tra l’altro di Costa Crociere, dalla Royal Caribbean Cruises alla Southern Wine & Spirits, colosso della distribuzione di vini e prodotti alcolici.
La rassegna – Questi, ed altri aspetti delle molteplici opportunità di mercato offerte dal continente americano, sono emersi nel corso degli incontri tra addetti ai lavori nell’ambito delle manifestazioni Simply Italian Great Wines e Italian Wine Master, tenutesi a Miami il 2 e 3 febbraio scorso con la partecipazione di oltre 130 aziende italiane. Una due giorni densa di appuntamenti tra il gotha della nostra produzione e gli operatori dell’area della Florida e di altri stati americani, quali Texas, Illinois, South Carolina, Georgia, nonché Messico, Perù, Colombia, Brasile, Argentina, Bahamas, Isole Vergini e molte tra le principali isole caraibiche. A conferma dell’attenzione professionale con cui è stato seguito l’evento, è da sottolineare l’interesse suscitato dal seminario sulle strategie di marketing, un momento di approfondimento che ha visto avvicendarsi come relatori personaggi di grande rilievo del wine business americano, tra cui Cesar Basurto, responsabile Imported Brands per la Southern Wine & Spirits, Laura de Pasquale, vicepresidente Fine Wine di Palm Bay, Chip Cassidy, buyer della catena Crown Wine and Spirits, e Tracy Kramens della Society of Wine Educators.
Il commento – “L’offerta di vini negli Stati Uniti, tra locali e internazionali, è vastissima e la concorrenza molto forte,” ha detto, fra l’altro, Laura de Pasquale “pertanto è fondamentale che i produttori riescano a catturare l’attenzione dei consumatori presentando sempre meglio la qualità dei propri vini, ma anche trasmettendo emozioni che ne raccontino la storia e che siano capaci di aumentarne il fascino”. A tale riguardo ha poi aggiunto Cesar Basurto: “Il consumatore americano, soprattutto l’appassionato e quello alla moda, ama i vini italiani ed è aperto e disponibile a conoscerne di nuovi, deve solo essere attratto a farlo”.
L’Italia presente all’eventi begli States – Il programma delle attività proposte agli ospiti, è stato completato da una serie di degustazioni guidate e seminari didattici che hanno riscosso grande successo ottenendo unanime apprezzamento. Kevin Zraly, uno dei più famosi wine educator americani e autore di libri sul vino, ha condotto con grande capacità e mestiere i tasting dedicati ai grandi rossi toscani dei Consorzi Brunello di Montalcino, Chianti Classico e Nobile di Montepulciano e alle bollicine del Prosecco Valdobbiadene. Con la stessa professionalità Tracy Kramens ha presentato il territorio e le tipologie dei vini del Consorzio Friuli Grave che hanno affascinato per i profumi, la freschezza e la riconducibilità alla varietà di provenienza. (LEGGI L’ALLEGATO CON I CONSORZI E LE AZIENDE CHE HANNO PARTECIPATO A SIMPLY ITALIAN GREAT WINES US TOUR –MIAMI 2011)
Entusiasmo – “Siamo molto soddisfatti del risultato della manifestazione” afferma Marina Nedic amministratore con Giancarlo Voglino della IEM, la società organizzatrice di Simply Italian Great Wines che a Miami ha una sua filiale “abbiamo registrato oltre 600 presenze, tra queste, molte di operatori provenienti da diversi stati americani, dall’area caraibica e dal Sud America. Con Simply Italian Miami siamo convinti di aver reso un buon servizio al vino italiano e alle aziende che vi hanno partecipato”.
Prossimi appuntamenti – Da segnalare infine che, sempre a Miami, dal 24 al 27 febbraio, IEEM, il ramo operativo americano di IEM, organizzerà con il patrocinio del Mipaaf il Padiglione Italiano alla decima edizione del South Beach Wine and Food Festival. Il nostro Paese è quest’anno l’ospite d’onore della prestigiosa kermesse e a garantire l’eccellenza qualitativa della nostra partecipazione saranno presenti le più importanti aziende vinicole italiane distribuite negli USA dalla Southern Wines e stand di consorzi e aziende rappresentative dell’agroalimentare, quali il Consorzio Grana Padano e le aziende dell’Istituto Grandi Marchi (Antinori, Biondi Santi, Jermann, Lungarotti, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Umani Ronchi) e altre ancora quali Valdo, Zardetto e Speri.