“Quella che ha fatto segnare il record di crescita dei prezzi al consumo dal novembre 2008 è un’inflazione importata, di cui i produttori agricoli subiscono il peso, pur se i generi alimentari sono indicati come uno dei settori in cui i listini sono a maggior crescita. La realtà è che gli agricoltori guadagnano sempre meno, perché la forbice costi-prezzi continua a rilevarsi micidiale”. Così Confagricoltura commenta i dati Istat sul carovita, che ha registrato, in febbraio, un balzo del 2,4% su base annua. Dati confermati dalle rilevazioni Ismea sui costi agricoli diffuse oggi.
Le cause – “I rincari dei prodotti caseari e del pane – prosegue Confagricoltura – dipendono chiaramente dalle tensioni sui prezzi delle commodity che si registrano con sempre maggior virulenza da mesi. I prezzi del grano sono infatti cresciuti del 5% in un mese e hanno trainato quelli dei prodotti-base per l’alimentazione animale. Per generi come l’ortofrutta, invece, a fare da leva sono le raffiche di aumenti dei carburanti necessari alla movimentazione di questi prodotti di sensibile deperibilità, che hanno portato il gasolio da autotrazione a 1,469 euro al litro, con un +18% su base annua”.