Dalle aziende di trasformazione serve un impegno serio e coerente verso la produzione toscana di pomodoro. Lo afferma la Cia Toscana, dopo l’incontro dei produttori di pomodoro da industria, riuniti nel Gie (gruppo d’interesse economico) che si è tenuto a Venturina (Li) nella sede della Cia.
Un prezzo giusto per i produttori – Occorre subito stipulare un accordo che preveda un prezzo giusto per i produttori – sottolinea la Cia -, la garanzia del ritiro del prodotto coltivato in Toscana, assieme alla necessità di introdurre meccanismi di premialità per favorire ulteriori sviluppi sul versante della qualità. “L’accordo raggiunto nel nord fra le industrie di trasformazione e le associazioni dei produttori è un punto di riferimento anche per la Toscana – afferma Massimo Chiavaroli, coordinatore del Gie -; 88 euro la tonnellata non è la cifra che servirebbe ai produttori per avere una giusta remunerazione.Tuttavia, è un punto di partenza importante, e può essere implementato e migliorato in Toscana introducendo dei meccanismi premianti, per altro previsti dall’accordo, in grado di favorire ulteriori avanzamenti dei processi di qualità”.
Le novità – La campagna produttiva 2011 è la prima con il nuovo regime sostegno comunitario (Pac) non più accoppiato alla produzione diretta; un sistema che potrebbe generare incertezze per i produttori che si trovano adesso nella fase delle scelte produttive, ovvero se impegnarsi o meno nella produzione di pomodoro. ”L’atteggiamento dei trasformatori è quanto mai incerto – aggiunge Chiavaroli -, soprattutto da parte dell’azienda Italian Food di Venturina, già al centro di problemi connessi al rapporto fra processi produttivi e convivenze ambientali e territoriali, per i quali diversi soggetti istituzionali si sono impegnati a risolvere. Le incertezze vanno superate facendo subito l’accordo con l’associazione dei produttori – Asport – che preveda prezzo e quantità da ritirare, così da mettere in condizione gli agricoltori di programmare la produzione”. “Il cambio del sistema di sostegno alla produzione, cioè disaccoppiato, deve essere l’occasione di rafforzare la filiera regionale del pomodoro – prosegue Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana -; creando cioè un rapporto stretto e contrattuale fra le aziende di trasformazione collocate in Toscana e i produttori, attraverso la propria associazione Asport. Ciò deve servire – continua – , a dare solidità ed economicità alla filiera e attivare quei processi di qualità che possono servire per elevare il livello di redditività dei produttori, ma anche una valorizzazione del prodotto trasformato, ovvero l’identificazione e tracciabilità, per essere più incisivi nei confronti del mercato e dei consumatori”.
Modernizzare al filiera – La Cia Toscana intende favorire tutte le operazioni utili alla modernizzazione della filiera toscana del pomodoro, nei confronti di tutti i soggetti impegnati, ma ci deve essere con testualità attraverso un accordo che stabilisca tutte le condizioni per i produttori, dal prezzo alle garanzie di ritiro del prodotto, e, per questo la Cia Toscana chiede all’assessore all’agricoltura la convocazione del tavolo regionale di filiera. Strutturare e rafforzare la filiera significa dare valore ad una importante produzione dell’agroalimentare di cui l’Italia è esportatore.