“Ieri ho festeggiato il 150 anniversario dell’Unità d‘Italia qui a Bruxelles, rappresentando con orgoglio il mio Paese in un’importante trattativa per il futuro del mondo agricolo nazionale. Il Consiglio dei Ministri europeo dell‘agricoltura doveva pronunciarsi sugli orientamenti della futura Politica Agricola Comune. Ho continuato la mia battaglia a tutela delle imprese italiane e della qualità delle nostre produzioni.” Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan ha commentato la sessione di lavori del Consiglio dei Ministri europei dell’agricoltura. ”ll primo terreno di scontro riguarda ovviamente la distribuzione delle risorse finanziarie tra i Paesi membri, su questo punto ho ribadito con estrema energia il diritto dei nostri agricoltori a ricevere un volume di sostegno proporzionale al valore delle nostre produzioni. In quanto credo sia inaccettabile non riconoscere ai nostri produttori una professionalità centenaria, che si coniuga ad una straordinaria capacità di adeguarsi alle nuove tecnologie e alle nuove esigenze del mercato e dei consumatori. So che può suonare strano agli orecchi di qualcuno ma l‘agricoltura non è tutta uguale, molte produzioni non sono neanche paragonabili fra di loro.”
L’agricoltura italiana non deve sottostare alla burocrazia – “Altro punto fondamentale è evitare di sottoporre i nostri agricoltori a quella che io considero una vera tassazione suppletiva e ingiustificata: quella della burocrazia; non possiamo permettere che il mondo dell’agricoltura italiana sia costretto a sottostare ad una burocrazia aggiuntiva che finirebbe per ridurne la capacità produttiva. Sono certo che le nostre ragioni sono state comprese dai Colleghi del Consiglio dalla Commissione e dalla Presidenza, la discussione proseguirà; la battaglia non è finita e ci vedrà ancora portare avanti le ragioni della nostra agricoltura.”
In vista della Pac – “Vorrei aggiungere un ulteriore elemento, rivolto anche al nostro interno, credo che una volta definita la PAC sarà necessario creare una politica di coordinamento che non la svilisca ad un semplice stanziamento di fondi alle Regioni. Fermi restando i principi del federalismo un settore come l’agricoltura ha bisogno di un coordinamento delle sue politiche a livello nazionale“.