Le condizioni climatiche sfavorevoli, determinate dalla persistente piovosità che ha ostacolato il regolare svolgimento delle operazioni di semina, avrebbero causato quest’anno una riduzione delle superfici a frumento in Italia. E’ quanto emerge da un’indagine Ismea effettuata nella seconda settimana di marzo su un consensus di operatori privilegiati. In base alle stime elaborate dall’Istituto, per il frumento duro gli investimenti, rispetto alla scorsa annata, avrebbero subito una riduzione tra il 9% e il 10%. Più contenuto il calo delle superfici a frumento tenero, coltura che quest’anno avrebbe perso circa il 5% degli ettari seminati nel 2010.
Regioni – Nel dettaglio regionale, sia in Puglia che in Sicilia – rende noto l’Ismea – grazie al protrarsi delle operazioni di semina fino al mese di gennaio, si è riscontata, per il frumento duro, una riduzione meno marcata di quanto valutato inizialmente, rispettivamente del 7% e del 6% stando alla stima di consenso. Più evidente la contrazione in Basilicata e nelle Marche, dove il calo delle superfici investite sarebbe invece risultato dell’8% e del 10% rispetto all’anno scorso. Anche in Emilia Romagna le previsioni, per quanto riguarda il frumento tenero, riducono la portata delle attese iniziali, indicando una contrazione più contenuta. In Veneto sembra invece confermata l’indicazione di una flessione piuttosto consistente delle aree seminate, mentre è più incerto il quadro in Lombardia e Piemonte, dove il consensus segnala una sostanziale stabilità o, in alcuni casi, un leggero recupero rispetto all’ultima annata.
Stime – Le stime Ismea rivelano, infine, una crescita delle superfici a granoturco, calcolata tra il 7% e l’8% rispetto al 2010. Nel Nord Italia – spiega ancora l’Istituto – appare comunque molto probabile, a fronte delle minori semine a fumento, un incremento anche a vantaggio della soia, favorita da un minore fabbisogno di concimi i cui prezzi sono fortemente rincarati in questi ultimi mesi. “Il quadro delle semina delineato dal nostro Istituto – commenta il presidente dell’Ismea, Arturo Semerari – vede quest’anno il frumento piuttosto penalizzato, per ragioni prevalentemente climatiche, e lascia quindi prevedere un maggiore riscorso alle importazioni per i fabbisogni industriali della molitoria. Ci attendiamo che l’export italiano di paste e altri derivati del frumento possa infatti confermare il buon andamento registrato nel 2010, che ha compensato l’anno scorso l’ulteriore stagnazione dei consumi interni”.