La crisi non frena l’ascesa del biologico. Se i consumi alimentari convenzionali ristagnano, nel 2010 il segmento “bio” continua la sua corsa, mettendo a segno l’aumento più elevato degli ultimi otto anni: più 11,6 per cento. Lo rivela un’indagine della Cia.
Non più solo una moda – Un dato che rende ormai chiaro il passaggio del biologico da “moda passeggera” a vera e propria “abitudine di spesa”, come evidenzia la presenza massiccia dei prodotti bio non più solo nelle botteghe al dettaglio ma nelle catene della Gdo. Infatti, anche se i negozi tradizionali mantengono il primato con una quota del 29,3 per cento, crescono le vendite di prodotti biologici negli ipermercati (più 18,2 per cento) e nei discount (più 14,9 per cento).
I prodotti più venduti – A trainare la spesa bio nel 2010 risultano il comparto lattiero-caseario (più 13,2 per cento), le bevande analcoliche più 12,8 per cento) e biscotti, dolciumi e snack (più 13,5 per cento). Più contenuti gli incrementi di uova (più 7,4 per cento) e ortofrutta fresca e trasformata (più 4,2 per cento). In termini di “peso” percentuale, queste categorie rappresentano insieme ben il 66,5 per cento del valore totale dei consumi biologici. Corrono anche i prodotti per l’infanzia (più 33,6 per cento), pasta e riso (più 22,3 per cento), pane e sostituti (più 12,3 per cento) e salumi ed elaborati di carne (più 56,4 per cento), ma per quest’ultimi il peso sul valore complessivo degli acquisti bio domestici è molto inferiore e pari “solo” al 13 per cento.
Il bio piace anche al Sud – Inoltre anche se il consumo dei prodotti “bio” resta fortemente sbilanciato nei territori dell’Italia settentrionale (la cui incidenza sugli acquisti totali supera il 70 per cento), ora comincia a crescere anche al Sud. Nell’aggregato “Mezzogiorno più Sicilia”, i consumi biologici sono aumentati nel 2010 del 21 per cento. In più, mentre nel passato la spesa bio era praticamente circoscritta alle famiglie poco numerose, nell’anno appena trascorso è cresciuta anche la quota delle famiglie con tre e con quattro componenti che comprano biologico: rispettivamente più 24,5 e più 21,7 per cento. Un cambiamento importante -conclude la Cia- anche se, per ora, più della metà dei consumi bio rimane ancora concentrata su fasce d’età fino a 44 anni con redditi medio-alti.