Dottori agronomi e dottori forestali al fianco delle imprese agricole italiane. Sarà così anche per la 43° edizione di Agriumbria 2011, in programma da domani 25 marzo a domenica 27 presso il centro Umbriafiere di Bastia Umbra, con la partecipazione della Federazione Regionale dei Dottori Agronomi e Forestali dell’Umbria, presente con uno stand espositivo ed informativo presso il padiglione 7 (stand 47).
Il ruolo dei professionisti – E’ una fase cruciale per il futuro dell’economia agricola italiana, alla vigilia della nuova Politica agricola comune (Pac) 2014-2020: "Il ruolo dei professionisti – sottolinea alla vigilia dell’apertura di Agriumbria il presidente Conaf, Andrea Sisti – è quanto mai stratetgico, per sostenere ed indirizzare le scelte delle nostre aziende agricole, che oggi più che mai, hanno bisogno di investimenti ed innovazione. La politica agricola comunitaria – aggiunge Sisti – dovrà mettere a disposizione del mondo agricolo misure che permettano il mantenimento del reddito degli agricoltori e consentano di innovare e diversificare le gestione del territorio e delle aziende agricole".
Gli iscritti – Sono 710 i dottori agronomi e dottori forestali iscritti alla Federazione regionale dell’Umbria; di questi 630 appartengono all’Ordine provinciale di Perugia e 80 all’Ordine provinciale di Terni.
"Agriumbria – prosegue il presidente della Federazione umbra e dell’Ordine di Perugia, Stefano Villarini – si conferma una manifestazione di riferimento per l’intero settore agricolo per il Centro Italia. La Federazione sarà, quindi, presente per tre giorni alla fiera di Bastia per offrire un momento pubblico di confronto ed incontro con i titolari delle aziende agricole, e con il settore più in generale. E’ un momento importante questo per l’agricoltura regionale, che vede i professionisti umbri impegnati nel territorio sulle misure del Piano di sviluppo rurale. Il ritardo con cui le imprese agricole ricevono i contributi comunitari (800 milioni di euro si spesa complessiva nel periodo 2007-2013) sta diventando un problema sempre più reale, perché rallenta gli investimenti delle singole imprese, che invece hanno bisogno di risorse immediate per rilanciare gli investimenti e l’innovazione".