Agraria, il 54% dei laureati trova lavoro in un anno

E’ Agraria la facoltà che promette, e assicura, più sbocchi professionali ai giovani neolaureati in un momento di forte crisi economica. E Agrofarma (Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica) accoglie con grande soddisfazione la crescita degli iscritti alle facoltà di Agraria in tutta Italia.

I numeri – Dal confronto tra gli ultimi due anni accademici, infatti, emerge che le iscrizioni sono aumentate in tutte le 23 facoltà di Agraria sparse sul territorio italiano. Nel nord Italia si passa da un +6,5% di Perugia, al 12,4% di Padova, al +17,9% di Bologna e un ottimo +23,5% di Milano. Ma è al Sud della penisola che si registrano i dati più significativi: +27,1% a Napoli e addirittura +30,1% a Bari. Il 54% dei laureati, inoltre, trova un impiego entro un anno. “Il settore degli agrofarmaci è un esempio di come l’agricoltura può dare, anche in tempo di crisi, delle concrete possibilità di lavoro ai giovani ricercatori italiani – spiega Luigi Radaelli, presidente di Agrofarma -: nell’ultimo anno, infatti, circa l’80% delle Società aderenti ad Agrofarma ha svolto attività di R&D, investendo ben 48 mln di euro, pari al 6% del fatturato complessivo del comparto – continua Radaelli – inoltre, nel nostro settore, circa il 14% del numero totale di addetti è dedicato alla ricerca, l’85% dei quali sono ricercatori a tempo pieno”.

Giovani e donne al vertice – Un altro dato importante da tenere in considerazione è che, secondo le stime di Coldiretti, su circa 210 mila aziende agricole operanti in Italia, almeno 30 mila hanno a capo giovani professionisti under 40, a testimonianza del forte dinamismo dell’agricoltura italiana.In questo settore si assiste, infatti, anche a una notevole crescita della presenza femminile: secondo i dati della CIA – Confederazione italiana agricoltori – in Italia le donne sono il 29,2 per cento dei titolari d’imprese agricole: in pratica, oggi un imprenditore agricolo su tre è donna. Un dato considerevole, se si pensa che agli inizi degli anni Settanta erano appena 19 su 100.

 

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