Si chiamano “I Cellari” ovvero i custodi delle cantine e sono il vero esempio virtuoso di questo Vinitaly edizione 45, oltre che una novità a livello vitivinicolo italiano. Sette produttori delle principali zone di produzione senesi, toscane e italiane (Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, Bolgheri e Friuli Venezia Giulia) hanno deciso, in questo momento di difficoltà, di unire le forze e di costituirsi in un’associazione – operativa già dal mese di ottobre – per rimanere sui mercati in modo competitivo, ma soprattutto, per scardinare l’ormai stereotipata immagine di promozione del vino esclusivamente legata al marketing e per riappropriarsi del concetto di lavoro in cantina e del “noi ci mettiamo la faccia e la nostra storia”. Oltre le istituzioni e i consorzi di promozione.
I Cellerai – Anima di questo progetto è Carlo Vittori dell’Azienda Molino Sant’Antimo di Montalcino: <<In questo momento di difficoltà – ci spiega in esclusiva Vittori – come gruppo di amici ci siamo interrogati se non valesse la pena provare a valorizzare il nostro lavoro per quello che realmente vale. E così abbiamo dato vita a questo progetto virtuoso, ad oggi unico in Italia, per condividere esperienze distributive e fare fronte a questa negativa contingenza del mondo vitivinicolo ma allo stesso tempo per cambiare il modo di comunicare>>.
La promozione – L’associazione ha già partecipato ad importanti appuntamenti di promozione in Cina e Negli Stati Uniti ma l’intenzione è quella di guadagnarsi nei prossimi anni fette di mercato posizionandosi su più fasce di potenziali consumatori: <<La prospettiva – ha aggiunto Vittori – è di spalmare le nostre produzioni di aziende medio piccole in tutto il mondo, non solo nei mercati tradizionali e di accrescere la notorietà dei nostri marchi facendo vini al di sopra di ogni sospetto con prezzi giusti per più fasce di mercato. E noi ci mettiamo la faccia, le nostre storie e il nostro lavoro. Siamo sinceramente stanchi di vedere in qualche modo banalizzato il nostro lavoro che invece è fatto di sacrificio, fatica e investimenti che in un momento come quello attuale è difficile fare come singole aziende, soprattutto di fascia non altissima>>. Insomma per i sette “produttori cellari” l’imperativo è cambiare la filosofia alla base della promozione del vino attuale.
Cristiano Pellegrini