Non crescono mai da soli ma in mezzo alla campagna. Per individuarli è necessario scorgere con un occhio attento e ben allenato le piantine spinose muoverne un po’ i rami, facendo attenzione a non farsi male, ed ecco qua che se si è fortunati spunta qualche asparago. Da sabato 16 a domenica 17 il “mangiatutto”, così viene chiamato l’asparago a Canino, nella Tuscia viterbese, viene celebrato con una sagra ad esso dedicata. Millecinquecento saranno le uova utilizzate per fare la frittata dove verranno messi un quintale di asparagi. Nel viterbese è conosciuto come “mangiatutto” grazie al fatto che dell’asparago non si butta via niente. I caninesi, ne vantano la paternità, perché proprio in questa terra la considerevole precocità di maturazione rispetto agli asparagi coltivati in altre zone (si raccoglie, infatti, già dal mese di gennaio) ne consente un raccolto enorme e di ottima qualità.
La sagra – Nel corso della sagra ci saranno assaggi con tutti i piatti a base di asparago dal primo al secondo al contorno al dolce. Paja e fieno con asparagi è il più gettonato, preparato con tagliolini gialli e verdi fatti in casa e conditi con asparagi, salsiccia, guanciale, cipolla, panna,funghi, peperoncino e olio extra vergine d’oliva delle piante di Canino.
Il programma – La “due giorni” dedicata all’asparago prevede per il sabato la partenza dall’Arancera per la visita agli scavi delle case in grotta ed al romitorio di Castellardo. Un breve excursus poi sulla raccolta dell’asparago selvatico nei pressi della località. Nello stesso pomeriggio ci sarà l’apertura mostra reperti medioevali e foto degli scavi del sito di Castellardo. Per chi di fantasia non manca, è prevista una competizione dedicata all’asparago più grande, più buffo che sarà ottenuto attraverso le differenti modalità di coltivazione, che saranno poi gli stessi agricoltori a spiegare.
Cosa vedere – Nei dintorni di Canino c’è poi l’affascinante necropoli etrusca di Vulci con il bellissimo parco e la vecchia città. Lungo un percorso che fonde natura ed archeologia industriale, si trovano l’ex mattatoio comunale, di inconfondibile architettura del ventennio fascista, ancora in buone condizioni e un mulino del 1860. Proseguendo incontriamo il monumento di archeologia industriale più pregiato di Canino e di tutto il Lazio: la Ferriera. Subito dopo c’è una deliziosa cascata di alcuni metri che tutt’intorno ha levigato la roccia basaltica.