Per Coldiretti si tratta dell’effetto congiunto dell’aumento del valore delle esportazioni che con una crescita del 12 per cento, hanno raggiunto la cifra record di 3,93 miliardi di euro e del calo del 4,8 per cento negli acquisti familiari degli italiani, secondo Ismea, che ha portato il valore delle vendite a livello nazionale a 3,89 miliardi di euro. Il risultato è stato comunque – precisa la Coldiretti – un aumento del fatturato complessivo che è passato da 7,6 a 7,82 miliardi di euro del 2010, con un aumento del 3 per cento. Il 2010 segna dunque – sostiene la Coldiretti – una svolta epocale sul mercato che è destinata a condizionare fortemente la produzione e la distribuzione del vino Made in Italy che dovrà fare i conti con il mutato scenario internazionale. Non è infatti un caso che lo storico sorpasso delle esportazioni sui consumi interni avviene proprio nell’anno in cui – riferisce la Coldiretti – gli Stati Uniti sono diventati per la prima volta il Paese dove si consuma complessivamente la maggior quantità di vino al mondo davanti rispettivamente a Francia ed Italia, secondo il report di Gomberg-Fredrikson nel 2010, durante il quale gli americani avrebbero consumato 329 milioni di casse da 12 bottiglie in mercato che, solo nel canale retail, vale 30 miliardi di dollari.
Usa – Nonostante la produzione californiana rappresenti il 61 per cento del vino consumato negli States, nel 2010 è cresciuto l’export del vino Made in Italy che ha conquistato il primato tra i vini stranieri. Negli Usa, dove si realizza oltre un quinto del fatturato all’estero, il vino italiano è cresciuto in valore dell’11 per cento ed è leader di mercato davanti a Francia e Australia mentre l’aumento è stato “appena” del 4 per cento nel mercato tradizionale della Germania che rimane comunque la destinazione più importante. Non mancano però risultati sorprendenti sui nuovi mercati come la Cina dove è addirittura raddoppiato nel 2010 il valore del vino Made in Italy esportato con un aumento del 108 per cento o in India con un + 65 per cento, mentre la Russia – precisa la Coldiretti – con un aumento del 58 per cento e un valore delle esportazioni nel 2010 di 104 milioni di euro è divenuto uno dei principali partner commerciali.
Acquisti – Alla domanda in crescita sui nuovi mercati si contrappone il preoccupante calo a livello nazionale con le famiglie italiane che nel 2010 hanno speso più per acquistare acqua minerale che vino: con 19,71 euro mensili per famiglia, l’acquisto dell’acqua minerale è diventata la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera il vino per il quale la spesa media familiare mensile è stimata pari a 12 euro. Negli ultimi 30 anni in Italia – sostiene la Coldiretti – si è praticamente dimezzato il consumo procapite di vino che è sceso a circa 40 litri a persona per un totale di poco più di 20 milioni di ettolitri. Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani, che ha avuto una accelerazione negli ultimi dieci anni, in cui si è verificato un calo del 20 per cento, è stato accompagnato – sottolinea la Coldiretti – da un atteggiamento più responsabile di consumo. Insieme al cambiamento delle abitudini alimentari soprattutto nelle ristorazione a far calare la domanda sono state, oltre ai ricarichi eccessivi, le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana.