Migliorano le prospettive per i vini italiani di qualità. Dopo il bilancio negativo del 2009, l’ultima annata, grazie soprattutto alla spinta propulsiva dell’export, ha riportato l’ottimismo tra gli operatori. E anche sul versante dei prezzi gli sviluppi più recenti stanno confermando il trend al rialzo iniziato nell’ultimo trimestre del 2010. E’ quanto emerge dal Rapporto Ismea “Analisi della struttura e del mercato dei vini Doc, Docg e Igt” presentato oggi al Vinitaly. Un segmento – rivela lo studio – che va affermandosi con sempre maggiore determinazione nelle scelte d’acquisto degli italiani, a scapito dei vini comuni.
Aumentano i consumi – È aumentata infatti, dal 2006 al 2010, l’incidenza delle Doc, Docg e Igt sul totale dei consumi di vino sia in volume che in valore, a dimostrazione di come oggi si beva meno ma meglio, con una tendenza a ricercare produzioni in grado di coniugare qualità, valori legati alla provenienza geografica e giusto prezzo. Nel 2010, inoltre, la dinamica dei consumi domestici dei vini Doc, Docg e Igt è risultata complessivamente più favorevole rispetto ai comuni. Il segmento dei vini di qualità è rimasto infatti sostanzialmente stabile nei volumi d’acquisto rispetto al 2009, mentre i vini da tavola hanno subito una flessione di circa il 2%.
I dati regionali – Dal punto di vista territoriale si conferma il peso preponderante del Settentrione che concentra quasi il 63% degli acquisti delle famiglie italiane di vini Doc e Docg ed oltre il 51% delle Igt. Segue il Centro Italia con una quota superiore al 24% sia per le Doc-Docg, sia per le Igt. Nel Meridione, area di provenienza di molte Igt italiane, prevalgono nettamente gli acquisti di questa tipologia (24,7% il peso del Sud sul totale degli acquisti di Igt), mentre è minore l’incidenza dei consumi di vini a denominazione d’origine ( 13,1%). Riguardo alla ripartizione degli acquisti per canale distributivo, emerge ancora il ruolo di punta degli iper e supermercati che insieme coprono il 70% dei volumi d’acquisto per le produzioni Doc e Docg (oltre il 76% se si considerano i valori). Di un certo rilievo anche il ruolo dei discount al 13,1% in quantità e al 7,5% in valore.
I costi – Sul fronte dei prezzi, nel 2010, nonostante il recupero dell’ultimo trimestre, il comparto dei vini Doc-Docg, seppure con forti differenziazioni tra marchi, ha subito nel suo complesso una flessione del 3,8%, che si è rivelata più accentuata per i bianchi (-5%) rispetto ai rossi (-2,3%). Basandosi sulla fotografia scattata al 31 dicembre 2010, l’Italia ha raggiunto un complesso di 504 denominazioni, costituito da 56 Docg, 330 Doc e 118 Igt.