La nuova politica agricola europea potrà portare benefici di tipo economico alle imprese agricole toscane. Si passerà da una percentuale del 4 per cento sul totale degli aiuti comunitari che spettano all’Italia, ad un minimo del 5,7 per cento. Con differenze però fra le diverse colture, ad essere “sacrificata” sarà in primis la cerealicoltura delle zone più vocate della regione. E’ in sintesi quanto è emerso dal convegno “Verso la riforma della Pac. Problemi e prospettive per l’agricoltura toscana”, organizzato dalla Cia Toscana che si è svolto quest’oggi a Firenze.
La nuova Pac – “La nuova Pac post 2013 – ha sottolineato il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci -deve mantenere un forte impegno finanziario a sostegno dell’agricoltura, basandosi sulla distinzione netta degli interventi per il mercato, per lo sviluppo rurale, a finalità sociale ed ambientale. Inoltre la Pac dovrà superare il regime di premio unico su base storica, favorendo l’allargamento dell’accesso agli aiuti a nuove fasce imprenditoriali oggi escluse; destinare le risorse agli interventi per le crisi di mercato e per il sostegno all’azione virtuosa delle impresa agricole professionali, che vivono del lavoro agricolo; potenziare le politiche per lo sviluppo rurale, rendendole al tempo stesso più dinamiche ed aderenti alle esigenze dei diversi territori, promuovendo un radicale processo di “decentralizzazione” e semplificazione delle procedure di programmazione e di gestione dei PSR. Infine – ha detto Pascucci – la Pac 2014-2020 dovrà riconoscere e valorizzare il ruolo chiave dell’agricoltura e dell’attività selvicolturale nell’assorbimento di anidride carbonica e nel conseguente contenimento dell’effetto serra”.
Assenza del Governo italiano – Al convegno della Cia Toscana sono intervenuti l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori che ha evidenziato come “sia del tutto assente il Governo italiano nelle trattative a livello europeo sulla Pac. E’ molto preoccupante per la nostra agricoltura, dobbiamo capire quanto spetterà alla Toscana” L’assessore ha poi parlato della centralità dell’agricoltura per la Toscana, a livello economico, sociale, turistico e paesaggistico; nonché del tema della semplificazione burocratica per le imprese agricole “sul quale la Regione Toscana sta lavorando per giungere nei prossimi mesi ad una soluzione positiva”. Il professor Leonardo Casini dell’Università degli Studi di Firenze, ha tracciato i possibili scenari per l’agricoltura toscana. “Vogliamo una Pac che dia più prospettive di mercato – ha concluso il presidente della Cia nazionale Giuseppe Politi -. Dobbiamo fare scelte che diano fiducia e certezze per il futuro delle nostre aziende”.
I numeri – Le imprese toscane interessate ai diversi interventi dei due pilastri Pac sono oltre 50mila, per la campagna 2009 45.342 hanno visto finanziata la domanda unica per importi di oltre 169 milioni di euro. Complessivamente sul primo pilastro le aziende finanziate sono 47.824 per oltre 193 milioni di euro, solo sull’Ocm vino per la ristrutturazione dei vigneti sono 817 le aziende finanziate per oltre 15 milioni di contributo comunitario. Se agli interventi del primo pilastro aggiungiamo quelli dello sviluppo rurale ogni anno mediamente vengono gestiti – con la attuale programmazione dei fondi Feaga e Feasr – oltre 320 milioni euro, per cui possiamo affermare che il periodo 2014 – 2020 vale per la Toscana oltre 2,1 miliardi di euro di contributi comunitari, a queste risorse vanno aggiunte quelle previste per i fondi strutturali.
Gli aiuti diretti – Nella campagna 2006 le domande finanziate sono state 54.347 per complessivi 153 milioni ed un importo medio di 2.817 euro. Di queste domande 7.235 erano sotto 100 euro, l’anno successivo saranno escluse perché verrà portata a 100 euro la soglia minima per beneficiare dell’aiuto. Questi produttori rappresentavano il 13,3 % dei beneficiari ma percepivano solo lo 0.3% degli aiuti. Nella fascia da 100 a 1.000 euro i produttori sono i 28.545 che rappresentano il 52,5 dei beneficiari ma percepiscono solo il 6,5 degli aiuti. Da 1.000 a 5mila euro i produttori sono i 12.028 che rappresentano il 22,2 dei beneficiari ma percepiscono il 18,6 degli aiuti. Da 5mila a 20mila euro i produttori sono i 5.077 che rappresentano il 9,3 dei beneficiari ma percepiscono ben il 31,6 degli aiuti. Oltre i 20mila euro i produttori sono i 1.462 che rappresentano solo il 2,7 dei beneficiari ma percepiscono il 43% degli aiuti. Unica annotazione che dalla campagna successiva alcuni produttori percepiscono dei aiuti più pesanti a seguito del disaccoppiamento parziale del tabacco e del pomodoro. Infatti per la campagna 2009, esercizio finanziario 2010, le domande finanziate sono 45.342 per complessivi 169.365.790 con una media pari a 3.745 a domanda.