"L’auspicio è che con la prossima Politica agricola comune (PAC) ci sia un concreto cambio di rotta. Per il futuro della cerealicoltura della Val d’Orcia e senese in generale. Perché, oggi (nel biennio 2009-2010), coltivare un ettaro di frumento duro in Toscana e nella stessa Val d’Orcia, ha portato ad una perdita di 24 euro". Lo sottolinea Luciano Rossi, direttore di Toscana Cereali, alla vigilia dell’incontro in programma domani, sabato 14 maggio (inizio ore 10.30) organizzato dalla Pro Loco all’interno di “Val d’Orcia in Fiera”, che si terrà alla Bottega degli Agricoltori (sala conferenze “Salvatore Maruotti”) dal titolo “La nuova Pac post 2013 e il riequilibrio del reddito agricolo e zootecnico in Toscana”. Al convegno è prevista la partecipazione delle istituzioni locali, degli addetti ai lavori e delle organizzazioni di categoria.
Diminuzione delle superfici – "Sì, l’agricoltore ci ha rimesso per ogni un ettaro coltivato – prosegue Rossi – nello scorso biennio. Per lo stesso ettaro un produttore della Pianura Padana ha percepito invece un reddito netto di 790 euro ad ettaro. Un reddito che dovranno raggiungere, con la nuova PAC 2014-2020, anche coloro che operano nelle zone più svantaggiate, come nel caso della Val d’Orcia, che devono far fronte a rese produttive minori, premi comunitari più bassi e costi di produzione maggiori". Questo squilibrio ha contributo a portato ad una diminuzione delle superfici: in Toscana il grano duro ha registrato un calo del 18% rispetto al 2010, passando da una superficie di 94.340 ettari (2010) ai 77.358 ettari dell’anno in corso."Un sostegno alle aziende agricole che operano nelle zone svantaggiate, – conclude il direttore di Toscana Cereali -, significa garantire la presenza dell’uomo nel territorio a tutela e salvaguardia a fini ambientali e paesaggistici che sono fonte di attrazione del turismo così come lo è l’arte per la città".