Ciliegie che passione. A Lari, nel pisano, oltre che un simbolo del territorio, la coltivazione della ciliegia rappresenta una vera e propria economia. Fin dai primi del ‘900 le ciliegie di Lari partivano dal porto di Livorno cariche, per arrivare a Marsiglia e nei porti principali del Mediterraneo. Il territorio collinare e sabbioso della zona rappresentano le perfette condizioni per questa coltura. Alle caratteristiche del terreno la pianta beneficia di sole e acqua.
Viaggio nel pisano – A Lari si produce circa il 50 per cento del totale regionale di ciliegie, la maggior parte vanno nel mercato locale e regionale. Una produzione di circa 500 quintali all’anno, frutto del lavoro di piccole aziende agricole presenti sul territorio e qualche hobbysta. E’ innegabile la qualità del frutto. “Oggi si conoscono 13 varietà di ciliegia – sottolinea Leonardo Puccioni, presidente del Comitato per la tutela e la valorizzazione della Ciliegia di Lari – che rappresentano un vero e proprio patrimonio di biodiversità da conservare”. Molte varietà sono presenti nel repertorio della Banca del Germoplasma della Regione Toscana (LR 50/97) ed inserite nell’elenco nazionale dei prodotti tradizionali. Sul mercato le varietà più presente è la Marchiana; conosciuta è anche la Papalina, e poi la Gambolungo, la Morella, la Usigliano, la Crognola, la Cuore, la Girolamo, la Elia, la Di Guglielmo. Il segreto della qualità, oltre che nella vocazione dei terreni, è da ricercarsi anche nell’esperienza di coltivazione dei produttori agricoli di Lari, che hanno saputo salvaguardare e tramandare nel tempo le loro competenze tecniche.
In Versilia per le fragole – Frutto di maggio e dallo stesso inconfondibile colore rosso, la fragola che in queste settimane invade i banchi dei mercatini. Territorio tradizionalmente vocato alla produzione di questo frutto prelibato è la Versilia e il territorio di Camaiore. Ed è a Marignana di Camaiore che l’agriturismo Il Cerro di Alessandro Moriconi, con le sue 12mila piantine, tra fragole e fragoline di bosco, produce tre diverse varietà di fragola: la Aromas, l’Albion e la Mara de Bois. Con qualche regola ben precisa come richiesto da una coltivazione molto sensibile a malattie e agli sbalzi del tempo. “La fragola ha bisogno di tanto sole – spiega Moriconi – e irrigazioni frequenti durante il giorno nei periodi di calore intenso. Nella mia azienda usiamo solo piantine in vaso in due periodi dell’anno settembre e gennaio-febbraio per avere frutti maturi e dai colori vivaci da aprile in poi, fino a raggiungere il massimo del gusto e della bontà nel mese di maggio”. Un consiglio per i tanti che si divertono a coltivare fragole nel proprio giardino e in terrazzo? “Innaffiare spesso la pianta e per la raccolta – conclude Moriconi – fidatevi solo del vostro occhio e del vostro naso: raccogliete le fragole quando sono di un bel colore rosso lucido e molto profumate”.
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Uscito su Toscana Tascabile di maggio 2011