Maggio conferma, sui mercati agricoli nazionali, l’andamento al ribasso dei prezzi. L’indice Ismea, attestatosi a 128,1 (base 2000=100), ha fatto segnare, su base mensile, una contrazione dello 0,5%, che segue il -3,3% di aprile, mentre rispetto al maggio dell’anno scorso il livello delle quotazioni ha mantenuto un divario positivo a due cifre: del 19,5%, contro il +19,6% di aprile.
Zootecnia in calo – L’ulteriore correzione al ribasso rilevata su base congiunturale – spiega l’Ismea – è esclusivamente ascrivibile al comparto zootecnico, che ha ceduto in media lo 0,9% rispetto ad aprile. Un andamento che riflette in particolare il meno 1,7% del bestiame bovino e il calo degli avicoli, scesi del 2,9%. Mentre per le coltivazioni vegetali è emerso un leggero aumento delle quotazioni, confermato in media da un più 0,1%. Nell’ambito delle diverse produzioni, a una forte riduzione mensile dei prezzi e della frutta (-7,1%), si è contrapposto un rialzo del 2,4% degli ortaggi e un più 2,7% degli oli di oliva. Più contenuti i rincari dei cereali (+0,5% su aprile), seppure a fronte di ulteriori diminuzioni del frumento (-1,2%), mentre recupera il 4,6% il bestiame suino, in un mese rivelatosi invece totalmente piatto per i lattiero-caseari.
Il confronto con il 2010 – La dinamica tendenziale segnala, per le produzioni zootecniche, una crescita dei prezzi del 14,5% rispetto a maggio 2010, contro il 24% di aumento delle coltivazioni. Quello dei cereali resta il capitolo più caldo, con i prezzi rincarati in media del 68,5%. Sostenuti gli aumenti, rispetto al 2010, anche per vini e oli di oliva, mentre gli unici andamenti negativi si registrano, sempre su base annua, per gli ortaggi freschi e le uova.