“Mi complimento con il MIUR per la scelta della traccia di ambito socio-economico: “Siamo quello che mangiamo?”. Il testo proposto ai ragazzi per lo svolgimento dell’articolo è segno di una nuova sensibilità che non può che incoraggiarmi anche nello svolgimento dei miei compiti istituzionali. La centralità dell’agricoltura nelle sue più varie declinazioni rappresenta una realtà che non può che far parte del percorso educativo degli studenti italiani”. Così il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, commenta la traccia proposta per la prova di italiano per gli esami di maturità di quest’anno.
La riflessione – Ed in effetti la proposta di questa traccia rappresenta un qualcosa di veramente significativo in un periodo, come quello attuale, dove la certificazione dei cibi, la qualità degli stessi e la loro tracciabilità occupano le agende dei dibattiti pubblici. Dal web 2.0 ai social network presenti nelle proposte 2010, siamo passati ad una nuova centralità dell’agricoltura e dei suoi prodotti. Un’attenzione dettata sicuramente dalla necessità di avere ormai sempre più certificazione e certezza delle origini nei prodotti che arrivano sulle nostre tavole. L’Italia in tal senso è all’avanguardia rispetto al resto d’Europa e del Mondo. Lo dimostra il fatto che da ogni scandalo alimentare che coinvolge ora l’Inghilterra, ora la Germania, ora la Francia, ora il Belgio, il Bel Paese viene solo toccato marginalmente, al massimo sfiorato. La nostra tradizione gioca a nostro favore e ci permette di essere sicuramente in uno stato molto avanzato rispetto a tutto il resto dell’Unione Europea. Una tradizione da non disperdere però e da mantenere viva nelle nuova generazioni che devono essere consapevoli del ricco bagaglio di “culture” che vengono tramandate loro. Oggi il confronto è entrato nei banchi di scuola e nei testi della Maturità. Chissà quali saranno state le risposte dei ragazzi. La speranza più viva che ci sentiamo di esprimere è che, almeno per un po’, ci si sia soffermati sul lavoro e sulla fatica che stanno dietro ad ogni tipo di prodotto che giunge sulle nostre tavole dai campi, dagli allevamenti e da tutti nostri fiumi e mari. Che sia partita un minimo di riflessione sul rispetto e la cura che ci vogliono in tutti i procedimenti di lavorazione di ogni prodotto. Per essere consumatori attenti e consapevoli, insomma “maturi”, occorre per prima cosa essere cittadini rispettosi della natura e dell’ambiente.
Commenti – Tanti autorevoli rappresentati delle istituzioni agrarie sono interventuti in giornata sulla traccia alla Maturità "Siamo quel che mangiamo". "E’ un segnale positivo e di accresciuta sensibilità fra la società civile – sottolinea Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell’Ordine nazionale dei dottori agronomi e dei dottori forestali -, che il MIUR abbia proposto ai ragazzi per la prima prova dell’esame di maturità 2011, la traccia del tema socio-economico “Siamo quello che mangiamo?”. E’ fondamentale che i ragazzi, consumatori di oggi ma soprattutto di domani, abbiamo la piena conoscenza e la responsabilità intellettuale di una sana e sicura cultura alimentare. L’agricoltura, con tutto ciò che ad essa attiene, deve ritornare al centro del nostro sistema socio-economico; oltre che per motivi produttivi ed ambientali, anche per evitare in futuro di dover assistere alle emergenze alimentari delle ultime settimane. Partendo proprio da una maggiore consapevolezza di tutte le fasce di consumatori, chiedendosi quello che mangiamo. In questo ambito i dottori agronomi e dottori forestali sono ogni giorno in prima linea".
Andrea Barella, presidente di Agrofarma, ha invece commentato: “Siamo piacevolmente sorpresi di costatare che una delle tracce del tema d’italiano di quest’anno richiama con forza temi relativi all’alimentazione e all’agricoltura; nell’Anno Internazionale della Chimica è importante dare rilievo a questi argomenti, soprattutto in vista di Expo 2015 che avrà come tema centrale proprio l’alimentazione". “Le tracce della prova di maturità hanno indicato quest’anno un tema affascinante, definito socio (economico, ma secondo me anche politico) filosofico. Siamo quel che mangiamo: una affermazione rispetto alla quale la scelta del cibo implica anche la scelta del futuro che vogliamo per noi e i nostri figli”. Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, non solo si complimenta con la frase proposta tra le altre per il cosiddetto saggio breve, ma non ha dubbi: “se avessi rifatto quest’anno la maturità, la scelta sarebbe stata immediata: questo argomento è il fondamento della società che pretendiamo di costruire”.