Presentato oggi a Roma presso l’Hotel Imperiale il primo Rapporto Nomisma sulla contraffazione
delle sigarette in Italia. A discuterne, in una tavola rotonda, moderata dal giornalista Marco Panara,
molte delle istituzioni coinvolte nella lotta per contrastare il fenomeno (dall’Ufficio Europeo per la
Lotta alla Frode – OLAF al Ministero dell’Economia e delle Finanze, dal Ministero dello Sviluppo
Economico all’ Agenzia delle Dogane, dalla Guardia di Finanza ad AAMS e Indicam). Nomisma stima che per il 2010 il mercato illecito delle sigarette nel nostro paese sia stato pari al 3,4% dei consumi legali. In altre parole, sono “circolate” in Italia circa 2,8 miliardi di sigarette illegali, di cui 413 milioni contraffatte. Un danno per la filiera del tabacco di oltre 650 milioni di euro, di cui 485 sottratti al pubblico erario a causa dei mancati introiti. Insomma, ingenti somme che le organizzazioni criminali responsabili di questo commercio illecito hanno deviato dal mercato legale dei prodotti da fumo.
La contraffazione di sigarette – In particolare in questo momento storico, la contraffazione, rappresenta una concreta minaccia per le imprese, per l’occupazione e, più in generale, per la prosperità di un paese, soprattutto ora che tale criticità non interessa solo i prodotti di lusso ma anche i generi di largo consumo. La contraffazione, infatti, oltre a minare la propensione all’innovazione di un sistema produttivo e minacciare il principio stesso di intangibilità della proprietà intellettuale, danneggia anche i consumatori in termini di qualità, igiene e sicurezza.
Tra i prodotti di largo consumo più colpiti figurano proprio le sigarette. Nel solo territorio dell’Unione
Europea, nel corso del biennio 2008-2009, sono state sequestrate 1,3 miliardi di sigarette in
infrazione doganale. Quasi il 70% della merce sequestrata proveniva dalla Cina.
Il futuro – Gli scenari futuri per il settore non sono dei più rosei. E’ in particolare dal versante normativo che potrebbero giungere i rischi più rilevanti di aumento di tale fenomeno. Tra le innovazioni introdotte dalla revisione della Direttiva Europea sui prodotti di tabacco, attualmente in discussione in sede comunitaria, potrebbe esserci anche l’introduzione dell’obbligo per i produttori di presentare i prodotti di tabacco in confezionamento “generico o neutro”. Pacchetti in tinta unita, privi di marchi, loghi e colori. Una misura che potrebbe facilitare la produzione e diffusione di prodotti contraffatti, alla luce delle minori difficoltà che i “contraffattori” incontrerebbero nel fabbricare un pacchetto molto più semplice da replicare e facile da vendere illegalmente.