Le esportazioni di salumi italiani trainano la produzione e fanno registrare dati eccellente. E’ quanto emerge dall’assemblea generale dell’Assica, Associazione industriale delle carni in corso a Parma che ha confermato nel ruolo di presidente Lisa Ferrarini.
I numeri – Nel 2010 l’export di salumi ha superato le 124.500 tonnellate (+13,2%) e raggiunto i 972,4 milioni di euro (+13,2%). L’attivo commerciale è salito a 811,6 milioni di euro dai 700,9 del 2009 (+15,8%). Una crescita sorprendente, frutto dell’ottimo andamento delle esportazioni verso i Paesi dell’Unione europea, nostri tradizionali mercati di riferimento, ma che ha beneficiato anche dell’eccezionale aumento di quelle verso i Paesi extra UE (+17,3% in quantità e + 17% in valore). “Un risultato straordinario – ha commentato Lisa Ferrarini, Presidente di ASSICA – che conferma come l’export rappresenti una risorsa essenziale per il nostro settore su cui continuare a puntare e investire. Le esportazioni, infatti, rimangono la via maestra per perseguire la crescita del comparto assicurando al contempo la valorizzazione dell’unicità delle nostre produzioni e dei nostri territori. I notevoli sforzi sostenuti dalle aziende per posizionare i prodotti all’estero – ha aggiunto – hanno consentito al settore di chiudere positivamente anche il difficile 2009 e di porre le basi per questo brillante 2010. Il solo impegno delle imprese, però, non può bastare, per questo ci aspettiamo dalle Istituzioni quel contributo capace di fare la differenza e metterci in grado di fare sempre meglio il nostro lavoro”.
L’export del prosciutto crudo – Volàno delle esportazioni di salumi nel 2010 sono state senza dubbio le spedizioni di prosciutti crudi stagionati arrivate, assieme a quelle di coppe culatelli e speck, a superare le 53.900 tonnellate e 504,5 milioni di euro (+10,3% in quantità e +11,6% in valore). Un risultato notevole, soprattutto se si considera che la categoria rappresenta il 43,3% del totale delle nostre esportazioni in quantità e il 51,9% in valore, che non ha beneficiato di alcun effetto rimbalzo avendo registrato un incremento nel difficile 2009 e che è la più esposta alla concorrenza di prodotti analoghi di Paesi come Francia e Spagna.Nella UE, con riferimento alle quantità esportate, hanno evidenziato un ottimo trend le spedizioni verso la Francia (+14,2%), trainate dalla ripresa della domanda di prodotti in osso (+41,9%), quelle verso la Germania (+10,5%) quelle verso il Belgio (+6,3%) e quelle verso il Regno Unito (+19,7%). Fra i Paesi extra UE straordinario aumento delle esportazioni verso gli USA (+21,6%) che, con oltre 3.800 tonn., si sono attestate ben al disopra dei già buoni livelli precisi del 2008. Molto buono anche il trend evidenziato dalle spedizioni verso la Croazia (+12,5%), Svizzera (+3,2%), Giappone (+6,8%) e Argentina (+11,3%).
Mortadella – Aumento a due cifre importante, per il secondo anno consecutivo, per mortadella e wurstel, le cui esportazioni sono arrivate a sfiorare le 27.200 tonnellate (+15,9%) per un valore di 93,9 milioni di euro (+16,1%). All’interno della UE da sottolineare le importanti conferme di Francia (+17,2% in quantità e +18,5% in valore), Regno Unito (+73,3 e +57,1%) che nel corso dell’anno ha assistito a un importante consolidamento della domanda e del gradimento dei wurstel oltre che della mortadella, Austria (+13,2% in quantità e +18,8% in valore) e Spagna (+3,1% e +6,8%). Fra i Paesi terzi, sono risultati molto interessanti gli incrementi di Croazia (+14,3% in quantità +6,2% in valore), Svizzera (+12% e +25,8%) e USA (+18,7% e +14,0%).
Salame – Ottimo anche l’andamento delle esportazioni di salami. Trainate soprattutto dalla domanda comunitaria, le spedizioni di questi prodotti hanno raggiunto la soglia delle 22.600 tonnellate (+14,2%) per un valore di 209,7 milioni euro (+14,6%). Con riguardo ai mercati di destinazione da sottolineare l’ottimo risultato degli scambi intracomunitari cresciuti del 15,2% in quantità e del 15% in valore. Nel mercato unico brillante recupero, dopo la contrazione del 2009, delle spedizioni verso la Germania, nostro principale partner commerciale (+18,7% per 7.700 tonn. e +24% per circa 67 milioni di euro). Bene le esportazioni verso il Regno Unito, arrivate a 3.534 tonn. (+6,0%) per 34,8 milioni di euro (+2,5%) e quelle verso l’Austria (+5,8% per 1.700 tonn. e +5,4% in valore) saldamente al quarto posto. Nel corso dell’anno, con 1.558 tonn. (+16,2%) è risalita al quinto posto nella classifica dei destinatari la Francia, che ha scavalcato il Belgio (1.462 tonn. +4,0% e 13,6 milioni di euro +11,3%). Molto positivo anche il risultato di mercati extra UE (+8,3% in quantità e +12,8% in valore), nonostante l’esistenza di limitazioni di tipo igienico sanitario che impediscono l’accesso di questi prodotti a diversi importanti mercati. Molto buone in particolare le performance verso Svizzera (+5,6% per oltre 2.300 tonn. e +11,3 % in valore) e Giappone (+11,6%).
Prosciutto cotto – Molto soddisfacente l’export di prosciutto cotto. Nel complesso dei dodici mesi le spedizioni di questi prodotti hanno raggiunto quota 10.740 tonn. (+10%) per un valore di 72,6 milioni di euro (+10,4%). Fondamentale per il raggiungimento di questo risultato è stata ancora una volta la domanda dei partner comunitari cresciuta dell’8,2% in quantità e del 7,8% in valore. Un contributo molto positivo è arrivato, però, anche dagli ordini dei Paesi terzi che con 943 tonn. (+34,3%) per 7,4 milioni di euro (+39,4%) hanno più che recuperato la flessione del 2009. All’interno della UE hanno mostrato un andamento positivo tutte le principali piazze di riferimento: Francia (+7,6% in quantità +9,8% in valore), Germania (+2,6% e +16,7%), Austria (+6,4% ma -3,7%), Regno Unito (+8,9% ma – 4,9%) e Spagna (+4,7% e +8,8%). Fra i Paesi terzi spicca l’incremento delle esportazioni verso gli USA arrivate a 335 tonn. (+68,6%) per 1,9 milioni di euro (+63,2%), un risultato che premia gli sforzi fatti dalle aziende per rilanciare i consumi di questo prodotto oltreoceano. Sono tornate, infine, a segnare un ottimo +9,2% in quantità e +27,7% in valore le esportazioni verso la Svizzera.
Bresaola – Importante performance nel 2010 delle esportazioni di bresaola, che con un +10,9% hanno raggiunto il traguardo delle 2.440 tonn. per un valore di 40,5 milioni di euro (+8,5%).
Nel corso del 2010 hanno evidenziato un trend decisamente positivo le esportazioni verso i principali mercati comunitari arrivate complessivamente a sfiorare le 1.900 tonnellate (+25,1%) e i 30,5 milioni di euro (+19%). Fra questi notevoli le performance di Francia (+37,7% in quantità e +33,1% in valore) divenuta primo mercato di destinazione, Germania (+11,1% e +18 %), e Regno Unito (+18,5% e +11,9%) rispettivamente al terzo e quarto posto.
Produzione in aumento – Anno complessivamente positivo il 2010 per il settore dei salumi. L’anno è stato molto buono per le esportazioni e soddisfacente sia per la produzione sia per i consumi interni. È rimasta difficile, invece, la situazione sul fronte della redditività che, nel migliore dei casi, si è attestata sui bassi e non soddisfacenti livelli del 2009. La produzione di salumi (compresa la bresaola) con un balzo del +4% è salita a quota 1,221 milioni di tonn. Un aumento importante che ha tratto slancio sia dal deciso aumento della domanda interna, cresciuta del 3,1%, sia dalla vivace dinamica di quella estera (+13,2% in quantità +13,2% in valore). Nel 2010 anche il fatturato dei salumi ha fatto registrare un ottimo miglioramento arrivando a toccare i 7.928 milioni di euro (+4,3%). Un risultato, questo, ascrivibile quasi esclusivamente all’incremento della produzione, essendo i prezzi dei prodotti aumentati mediamente di appena lo 0,3%.
I numeri dei salumi – In merito ai singoli salumi, prosciutto crudo e cotto hanno confermato la loro posizione di prodotti leader del settore, rappresentando insieme il 48,6% in quantità e il 52,1% in valore. Nel 2010 ambedue i prodotti hanno avuto, rispetto all’anno precedente, un andamento produttivo molto sostenuto, anche se significativamente differente: decisamente buono quello dei prosciutti cotti (+3,7% pari a 286.100 tonn.); ottimo quello dei prosciutti crudi (+9,6% pari a 307.400 tonn.). Analogo il trend del valore: il prosciutto crudo ha evidenziato un forte miglioramento (+10,2% pari a 2.220 milioni di euro), mentre quello per il prosciutto cotto è stato più contenuto (+4,2% pari a 1.907 milioni di euro). Per entrambi i prodotti l’aumento del valore è quasi interamente riconducibile alla maggiore produzione. In crescita significativa sono risultate anche le quantità prodotte di mortadella, salite a 176 mila tonn. (+1,3%) per un valore di 672 milioni di euro (+0,3%). Decisamente buono il 2010 anche per i wurstel, che hanno registrato un aumento del 3,9% sia in quantità (66.400 tonn.) sia in valore (237 milioni di euro). Ragione principale di tale andamento, l’orientamento dei consumatori verso prodotti a basso costo e di alto valore nutritivo, in particolare quelli derivati dal pollame. In discreta crescita la produzione di pancetta (+0,9% per 53.500 tonn.), mentre è risultata stabile quella della coppa (43.500 tonn.). I valori sono scesi a 240 milioni di euro (-1,1%) nel caso della pancetta, e sono rimasti stabili a 308 milioni nel caso della coppa. Discreto l’andamento del salame, relativamente al quale, al +1% in quantità (111.500 tonn.) ha fatto riscontro un fatturato invariato (921 milioni di euro). Marcata la ripresa dello speck, sia in termini di volumi prodotti (29.500 tonn. per un +6%), sia in termini di valore (292 milioni di euro per un +6,6%).l 2010, è stato un anno altalenante per la bresaola: le quantità prodotte sono leggermente salite a 15.800 tonn. (+0,6%) per un valore di 243 milioni di euro (+3,6%).
Presidente confermato – Nel corso dell’assemblea generale, Assica ha confermato Lisa Ferrarini come presidente. Nel nuovo mandato 2011-2013 l’attività di Lisa Ferrarini, si concentrerà innanzitutto nel ridare valore alla filiera. “La nostra filiera è uno dei pilastri del Made in Italy alimentare, della cultura alimentare italiana; c’è storia, identità, valori, c’è cultura. E’ una filiera che esporta prodotti in tutto il mondo. Negli ultimi anni però l’intera filiera suinicola non produce più valore per nessuno: allevatori, macellatori, trasformatori. E’ arrivato il momento di superare le contrapposizioni e di guardare avanti, uniti” ha affermato Ferrarini.
I numeri e le attività dell’associazione – Le aziende associate ad Assica rappresentano oltre 80% del fatturato industriale della produzione delle carni trasformate (salumi, carni in scatola, grassi suini lavorati) pari a 8.254 milioni di euro, di cui 7.928 milioni di euro proviene dai salumi. Di questi, 1.042 milioni di euro sono provenienti dall’export (972 milioni di euro solo salumi). Il comparto chiude con la bilancia commerciale in attivo per 823 milioni di euro. L’attività dell’Associazione sarà anche volta all’esterno verso le Istituzioni: “con le rappresentanze degli allevatori e le autorità pubbliche abbiamo iniziato un confronto sui sostegni alla filiera. E’ arrivato il momento che le autorità pubbliche facciano un passo in avanti e mettano in campo in tempi brevi gesti concreti per questa importante filiera nazionale” . Sul fronte interno, il presidente ha sottolineato l’importanza di partecipare in modo attivo e costruttivo alla vita Associativa. “La forza di una Associazione dipende dalla sua capacità di coinvolgere i Soci e fare proprie le loro esigenze e priorità. Per questo avrò bisogno del supporto di tutti, dei Vicepresidenti, dei membri di Giunta e Consiglio, degli associati. Perché associati presenti e attivi garantiscono che l’associazione sia forte. E una associazione forte può aiutare al meglio le nostre imprese”.
ASSICA – L’Associazione Industriali delle Carni è l’organizzazione nazionale di categoria che, nell’ambito di Confindustria, rappresenta le imprese di macellazione e trasformazione delle carni suine. Nel quadro delle proprie finalità istituzionali, l’attività di ASS.I.CA. copre diversi ambiti, tra cui la definizione di una politica economica settoriale, l’informazione e il servizio di assistenza ai circa 180 associati in campo economico/commerciale, sanitario, tecnico normativo, legale e sindacale. Competenza, attitudine collaborativa e affidabilità professionale sono garantite da collaboratori specializzati e supportate dalla partecipazione a diverse organizzazioni associative, sia a livello nazionale che comunitario. Infatti, sin dalla sua costituzione, nel 1946, ASS.I.CA. si è sempre contraddistinta per il forte spirito associativo come testimonia la sua qualità di socio di Confindustria, a cui ha voluto aderire sin dalla nascita, di Federalimentare, Federazione italiana delle Industrie Alimentari, di cui è socio fondatore, del Clitravi, Federazione europea che raggruppa le Associazioni nazionali delle industrie di trasformazione della carne, che ha contribuito a fondare nel 1957.