Guida agli extravergini 2011 e manifesto in difesa dell’olivocultura italiana: doppio appuntamento con Slow Food, domani 5 luglio, all’Istituto agronomico di Valenzano, dedicato alla “cultura” dell’olio e alla “coltura” simbolo della Puglia, storicamente, e con un prodotto consolidato, tra le più importanti regioni produttrici di olio e.v. di oliva d’Europa. La Puglia, infatti, produce più del 42 % delle olive da olio che si producono in Italia, paese tra i principali produttori al mondo. I 60 milioni di ulivi presenti in Puglia (in tutta Italia 180) sono il simbolo di un protagonismo produttivo che vede la nostra regione al primo posto in Italia per l’olio di oliva, con una produzione annua che supera gli 800 mila quintali.
L’assessore – “Un primato – dichiara l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno che domani aprirà i lavori, dopo il saluto del direttore dello Iamb Cosimo Lacirignola – che si gioca anche sulla qualità del nostro olio extravergine, alla cui tutela e valorizzazione concorrono le cinque Dop vigenti. Certo, deve crescere la condivisione di obiettivi sempre più ambiziosi, che passano anche da un modello organizzativo diverso, per il quale stiamo lavorando, ma anche dalla consapevolezza generale che altra prospettiva diversa dalla qualità e dalla tipicità non ve ne può essere. Altrimenti disperderemmo un patrimonio inestimabile e sciuperemmo una indiscutibile opportunità per il futuro. L’appuntamento di domani sarà utile per fare il punto anche su questo”.
L’appuntamento – Domani, dunque, a partire dalle ore 10.00, nella sede dello Iamb, Marcello Longo, coordinatore della Guida per la Puglia e Franco Matarrese, relatore e degustatore oli e.v. per Slow Food, presenteranno la Guida agli extravergini 20011. Subito dopo il governatore di Slow Food Antonello Del Vecchio illustrerà il Manifesto in difesa dell’olivocultura italiana, “per segnalare all’attenzione generale il pericolo che incombe sul settore”.
Slow Food – “La nostra guida sulle produzioni di olio – dichiara Michele Bruno, presidente Slow Food Puglia ha sempre dedicato una crescente attenzione alla Puglia, che pur avendo da sempre espresso impressionanti numeri in ordine alle quantità, non riusciva ad imporsi all’attenzione internazionale dei consumatori per qualità, sia per una esuberanza spesso non modulata dei propri oli, sia per una fragile attenzione dei maestri frantoiani alla verifica dei processi produttivi in quei passaggi, dall’albero alla bottiglia, che sono tutti intimamente collegati tra loro, il cui controllo è necessario per una realizzazione di produzioni di eccellenza- Il lavoro svolto in questi anni dal gruppo di lavoro che cura per la guida le aziende delle provincie di Puglia – aggiunge Bruno – ha consentito di recuperare un numero importante di produttori ormai sfiduciati ed ha riscattato alcuni luoghi comuni su una elaiocoltura sottopagata e prossima al residuale, oltre che dedita alla produzione di olive e/o olio “da taglio”.
L’incontro – Un lavoro che ha visto anche l’assistenza da parte di Slow Food a tutti gli impianti e l’affiancamento ai produttori che ha consentito di passare da 27 aziende recensite nel 2007 (molti prodotti venivano esclusi in quanto difettati) a ben 104 aziende dell’ultima edizione 2011. Risultato: quattro “3 olive”, otto “emozioni”, ottantuno “2 olive”, undici “1 oliva”. “Decisivo – aggiunge Bruno – anche il contributo della guida allo sviluppo del comparto olivicolo, che rappresenta una delle componenti fondamentali del sistema economico locale”.