Con tempismo da cronoprogramma, come previsto, sono già disponibili i primi risultati provvisori del sesto Censimento generale dell’agricoltura, svolto tra il 24 ottobre 2010 e il 31 gennaio 2011. “E’ possibile ora delineare, a dieci anni di distanza dall’ultima rilevazione censuaria, uno scenario delle tendenze inerenti l’agricoltura marchigiana attuale e le circa 46mila aziende in cui si articola”, annuncia il vicepresidente e assessore all’Agricoltura, Paolo Petrini. I dati sono il risultato di elaborazioni effettuate dal Sistema Informativo Statistico sui dati Istat, sulla base dei modelli inviati dagli Uffici di censimento comunali al termine delle operazioni di rilevazione sul territorio (543 i rilevatori all’opera). Rilevante il ricorso al web quale alternativa alla compilazione tradizionale del questionario tramite i rilevatori. Nelle Marche sono state infatti oltre 1.400 le aziende che hanno scelto di rispondere al questionario in rete. Un buon segno della penetrazione delle nuove tecnologie anche nel tradizionale settore agricolo.
I numeri – “Dai dati – continua Petrini – emerge un mondo agricolo che ha subito una consistente contrazione del numero di aziende attive rispetto al censimento del 2000. La cosa riguarda l’intero Paese, ma il patrimonio aziendale marchigiano, calando del 24,4%, manifesta una dinamica decrescente più contenuta rispetto alla media nazionale, pari al 32,2%. La superficie agricola utilizzata complessiva è diminuita del 4,0%, valore non molto distante da quello nazionale, ma inferiore a quello medio dell’Italia Centrale, pari a -9,5%. Il dato conferma il forte ruolo del settore agricolo nel presidio del territorio e del paesaggio regionale: quasi il 70% della superficie nelle Marche è gestita da aziende agricole. Interessante è l’aumento della dimensione media delle aziende marchigiane, segno che gli imprenditori agricoli stanno strutturando le proprie aziende, con effetti positivi sulle economie di scala e la produttività. Altro dato rilevante è la spiccata vocazione marchigiana all’utilizzo dei terreni come seminativi: l’86,6% delle aziende agricole utilizza infatti in questo modo i propri terreni, molto al di sopra della media nazionale pari al 51,2%”. Per quanto riguarda la tipologia di coltivazione effettuata i dati provvisori del censimento evidenziano un peso percentuale della vite maggiore rispetto alla media nazionale. Nelle Marche infatti il 30% delle aziende è a vite, contro il 23,3% nazionale, a conferma della importanza del vitivinicolo marchigiano. Nella media invece la percentuale di aziende di allevamento.
Il commento – “Il coinvolgimento degli operatori agricoli e il forte impegno delle strutture regionali di rilevazione statistica – conclude Petrini – hanno dato buoni risultati. Ora si tratta di analizzare al meglio i dati raccolti e trarre da loro utili indicazioni per programmare efficacemente la futura politica agricola, alla vigilia della nuova Pac. Ciò sarà possibile con maggiore accuratezza quando saranno a disposizione i dati definitivi ad aprile 2012. Il settore primario, in Italia e nelle Marche, sta dimostrando una resistenza maggiore alla crisi rispetto ad altri comparti. Nella nostra regione, poi, l’agricoltura ha l’ulteriore effetto indiretto di accrescere l’immagine di qualità che sappiamo trasmettere all’esterno. Un motivo in più per porre la massima attenzione su questo rilevante comparto”.