Un Tavolo di crisi con tutte le organizzazioni della filiera e le regioni interessate; un intervento immediato e straordinario da parte del governo al fine di organizzare un ritiro adeguato dei prodotti invenduti da destinare a canali non commerciali; un invito alla Grande distribuzione organizzata di rivedere la propria posizione e di aderire all’accordo interprofessionale su pesche e nettarine dello scorso 24 giugno. E’ quanto evidenzia un ordine del giorno approvato dalla Giunta nazionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito alla grave emergenza che sta vivendo l’intero comparto dell’ortofrutta nel nostro Paese. Siamo davanti -afferma la Cia- ad una profonda crisi di mercato. Nessuna produzione è risparmiata: dalle ciliegie alle albicocche, dalle pesche nettarine alle susine, dai meloni ai cocomeri e, infine, alle produzioni orticole. Una crisi che colpisce uno dei comparti più dinamici della nostra agricoltura. A risentirne maggiormente sono le aziende più giovani e attive che hanno maggiori esposizioni bancarie. La situazione è resa più grave dal parallelo aumento dei prezzi dei principali mezzi tecnici chimici ed energetici.
Strumenti inefficaci – Per la Cia risultano inefficaci gli strumenti pensati per situazioni ordinarie, mentre sono deboli le risposte delle istituzioni e sbagliati gli atteggiamenti di parte degli operatori della filiera. Allo stesso modo non sono sufficienti gli interventi di mercato previsti dai regolamenti dell’Unione europea. Sta di fatto che la stessa Commissione europea è consapevole di ciò, tant’è che, nelle proposte per il bilancio 2014-2020, prevede di attivare un fondo per le crisi di mercato con una disponibilità di 500 milioni di euro l’anno.
Richieste – La Cia chiede alla Commissione Ue di rivedere la sua opposizione alla proposta di aumentare le quantità e le indennità dei ritiri delle produzioni in crisi e sollecita un’ulteriore riflessione sulla necessità di destinare maggior attenzione e risorse alla prevenzione e alla soluzione delle crisi di mercato nella riforma Pac post 2013. Per quanto riguarda la richiesta al ministro delle Politiche agricole Saverio Romano di un Tavolo di crisi, la Cia chiede che in questa sede, per correggere una situazione drammatica e per salvare questo scorcio di campagna, vengano definite regole che impediscano comportamenti speculativi e “giochi” al ribasso. La Cia ribadisce che la decisione della Grande distribuzione di non aderire all’accordo interprofessionale e di ricorrere a campagne promozionali basate sul sottocosto è grave e accentua le difficoltà del comparto. Per tale ragione viene chiesto al ministro Romano di dare seguito e concretezza agli impegni assunti in occasione dell’incontro con i rappresentanti della Gdo, in particolare per quanto riguarda il Tavolo tecnico ministeriale, dove affrontare, tra l’altro, i problemi dei termini di pagamento e del sottocosto.
Urgenza – Viene, inoltre, rimarcata dalla Cia la necessità di attivarsi, oltre a quelle già in programma, con ulteriori iniziative territoriali di stimolo e rivendicazione sui gravi problemi che affliggono l’ortofrutta italiana. Nello stesso tempo la Confederazione si riserva, qualora non arrivino risposte sostanziali a brevissimo termine, l’opzione di farsi promotrice, con gli altri soggetti della rappresentanza, di una richiesta formale di incontro con il governo e di tutte le iniziative a supporto che saranno necessarie. La Cia -conclude l’ordine del giorno- è impegnata a ricercare nei diversi livelli organizzativi intese per sviluppare azioni di sensibilizzazione unitarie con le altre organizzazioni professionali agricole e con le rappresentanze della cooperazione.