I Comuni dell’area di produzione del Barolo e del Barbaresco, congiuntamente alle rispettive Enoteche, al Consorzio di Tutela e alla Regione Piemonte, sono da sempre impegnati in un’opera di valorizzazione delle denominazioni, promuovendo e tutelando le risorse viticole presenti sul territorio: in particolar modo si è sempre dedicata particolare attenzione a potenziare i legami che intercorrono tra territorio e produzioni di qualità, con l’impegno di promuovere attività di conoscenza scientifica per supportare le migliori produzioni enologiche del territorio.
I vincoli con le terrepiemontesi – Il legame tra luogo di produzione e prodotto è sicuramente, in un mercato che tende alla globalizzazione e alla massificazione del prodotto, sinonimo di eccellenza e di difesa delle ricchezze produttive e conoscitive; la capacità di mantenere il patrimonio della propria terra è uno degli elementi che consentono alle produzioni di qualità di vincere la sfida che arriva da altri mercati.
I vini – Per poter gestire e programmare le risorse territoriali presenti nell’area delle DOCG Barolo e Barbaresco, è sempre più necessario poter individuare, con l’ausilio di parametri scientifici, le aree agricole di sviluppo, cogliendone tutte le opportunità che queste offrono dal punto di vista morfologico, di esposizione, di giacitura, di tessitura dei terreni e di altimetria.
La prospettiva – Per amministrare, tutelare e promuovere le risorse presenti si è studiato e realizzato, in concerto con la Regione Piemonte, uno strumento che ha consentito di produrre una mappatura delle aree viticole esistenti e di quelle potenzialmente idonee alla produzione dei vini docg Barolo e Barbaresco. In questa prospettiva si è realizzata pertanto -primo esempio in Europa- la “Carta di Vocazionalità” del Barolo e del Barbaresco con l’utilizzo di parametri oggettivi come l’altimetria, l’esposizione e giacitura del terreno.