I prezzi all’origine sui mercati agricoli invertono la rotta a luglio, accusando una flessione del 5,5% su base mensile. Lo rileva l’Ismea segnalando in particolare le ricadute della crisi della frutta estiva, che ha ridotto al +10,2% il divario positivo dell’indice dei prezzi agricoli rispetto allo scorso anno, contro il più 11,8% tendenziale di giugno (+20,6% a maggio).
La flessione – L’indicatore che si è attestato a 123,07 (base 2000=100) riflette, nella dinamica congiunturale, le forti difficoltà del comparto frutticolo, che ha ceduto mediamente il 31,1% su giugno, e di quello orticolo (-8,6% in un mese). Anche i prezzi dei cereali hanno subito una flessione del 2,1%, con un avvio piuttosto deludente della campagna di commercializzazione del frumento tenero (-12,8% su base mensile) solo in parte controbilanciato da un ulteriore apprezzamento del frumento duro (+1,3%) e di una tenuta del mais. Sempre nel confronto mensile le rilevazioni dell’Istituto indicano un lieve ritocco al ribasso per il vino (-0,2%) e una contrazione più marcata per l’olio di oliva (-3,8%), in un mercato al momento piuttosto fiacco. Complessivamente le coltivazioni hanno perso il 9,9% su giugno, mentre il comparto zootecnico ha mantenuto nel suo insieme il livello dello scorso mese (+0,1%). In quest’ambito si segnala un rimbalzo dei suini (+2,3%), grazie al più 3% dei capi da macello, seppure in contesto segnato da una grave crisi del comparto per i forti aumenti dei costi di produzione. Dinamica mensile positiva anche per uova (+2,2%), ovicaprini (+1,4%) e bovini (+0,5%). Al contrario si registrano flessioni congiunturali per gli avicoli (-2,4%) e per i lattiero caseari, che dopo oltre un anno di crescita hanno ceduto lo 0,7%, con un ribasso dell’1,7% nel caso dei formaggi grana. Rispetto a luglio dell’anno scorso l’indice relativo alle coltivazioni mantiene un divario positivo (+7,7%), riflettendo una dinamica tendenziale ancora sostenuta per i cereali (+58%) – in particolare frumento duro (+70%) e mais (+63%) – per gli oli di oliva (+27,5%) e per i vini (+20,8%). Andamento di segno opposto, invece, per frutta e ortaggi che lasciano sul terreno rispettivamente il 28,7% e il 21,5% rispetto a luglio del 2010. Anche i prodotti zootecnici registrano un più 13,2% in media su base annua, con punte tra i lattiero caseari del +25,8% per il Grana padano e del 20,8% per il Parmigiano reggiano.
Sostenuta anche la dinamica tendenziale del bestiame vivo per i suini ( +17,7%) e i bovini (+9,8%).