E’ stato siglato l’accordo sul Moscato in Piemonte da parte della Commissione Paritetica, composta da una parte industriale e da una parte agricola con la mediazione dell’assessorato regionale all’agricoltura.
L’accordo – Le due componenti hanno trovato un punto di incontro durante l’ultima riunione, andata avanti per oltre nove ore. L’accordo prevede per il 2011 una resa di 115 quintali per ettaro, con un compenso di 100 euro al quintale. E’ confermato il sistema per la determinazione delle rese negli anni successivi introdotto nel 2010, che prevede un range di giacenze compreso tra i 200mila ed i 240mila ettolitri al 31 agosto di ogni anno, con resa di 100 quintali all’ettaro con una giacenza all’interno della forchetta indicata: minore di 100 quintali con giacenza superiore ai 240mila ettolitri, e maggiore di 100 quintali con giacenza inferiore ai 200mila ettolitri. Nell’accordo e’ inoltre previsto un ulteriore contributo di 0,40 euro/quintale per il fondo di parte agricola costituito nel 2010, che sara’ versato dalle industrie, insieme ad una quota aggiuntiva pari a 0,30 euro/quintale a carico della Regione Piemonte. Inoltre, la parte industriale si e’ impegnata a versare il dovuto per l’accordo 2010 non ancora saldato del tutto, entro il 31 agosto 2011.
I vantaggi – Soddisfatto l’assessore piemontese all’agricoltura Claudio Sacchetto: ”Dopo mesi di trattative e dopo diverse rotture, il tavolo ha finalmente partorito un accordo che ritengo rappresenti un giusto compromesso fra le parti. Quest’anno gli agricoltori percepiranno 11.500 euro/ha di DOCG, circa 1.370 euro in piu’ all’ettaro rispetto al 2010, un dato in forte controtendenza rispetto ad altri vitigni. Con la conferma del sistema di modulazione delle rese rispetto alle giacenze al 31 agosto di ogni anno – spiega l’assessore – si ridurra’ fortemente il rischio di speculazioni e di crollo del reddito degli agricoltori”. ”Importante poi – secondo Sacchetto – l’inserimento nell’accordo 2011 dell’impegno ad individuare entro il 31 maggio prossimo le modalita’ di determinazione della qualita’ delle uve, in particolare il quadro aromatico, per arrivare a riconoscere, dal punto di vista economico, un miglior prezzo a chi coltiva i suoi terreni in zone svantaggiate ma maggiormente vocate, dove la produzione e’ minore”.