Il caldo registrato nelle ultime settimane di agosto ha costretto molti produttori ad anticipare i tempi ella vendemmia e a far partire le operazioni di raccolta con qualche giorno o settimana di anticipo. Un tipo particolare di viticoltura è quella che avviene nelle zone montane, la cosiddetta viticoltura “eroica”, tutelata dal Cervim, che continua a portare avanti una tradizione che viene da lontano per mantenere degli elevati standard di qualità in zone davvero particolari. Agricultura.it – grazie alla collaborazione del Cervim – è andata a vedere cosa succede nelle diverse parti d’Italia per vedere quali sono le prospettive dei vini montani nel 2011.
VALLE D’AOSTA – “Siamo già partiti con la vendemmia per lo spumante e mai era capitato di partire così presto – afferma Eleonora Charrère dell’Azienda Agricola Les Crêtes di Aymavilles -. La settimana prossima sarà il turno dello chardonnay ed anche lì saremo in anticipo di circa due settimane. In Valle d’Aosta c’è stato molto spavento per una violenta grandinata che ha colpito diversi vigneti circa 10 giorni fa e questo ci ha indotto ad anticipare ulteriormente i tempi di raccolta. In ogni modo, noi ne siamo stati colpiti solo marginalmente e questo ci fa ben sperare per l’annata 2011, anche perché la forte alternanza tra caldo e freddo ci porta a pensare che la qualità dei nostri vini sarà ottima, sempre che le condizioni meteorologiche restino quelle delle ultime settimane. La qualità – prosegue Eleonora Charrère – è l’unico must che ci dobbiamo imporre e che dobbiamo ricercare. Nella società attuale si è un po’ persa la dimensione di gustare del buon vino durante i pasti. Solo cercando standard qualitativi sempre più alti si può sperare di rieducare l’Italia alla cultura del buon bere, troppo spesso confusa con l’abuso. E da lì, magari, aprire anche le nostre frontiere al mercato estero”.
“Nelle nostre “planchettes” (terrazzamenti, ndr) siamo stati costretti ad anticipare i tempi a causa non solo del caldo ma anche di una grandinata potentissima senza precedenti in Valle d’Aosta – sostiene Stefano Di Francesco dell’Azienda Agricola Di Francesco & Gasperi -. Per noi si è trattato più di una necessità. La qualità del vino comunque si prospetta ottima. Le uve sono sane e questa è la cosa più importante. Per le rese aspettiamo di vedere i processi di vinificazione, anche se, sbilanciandosi un po’ – conclude Di Francesco – la forte alternanza di caldo, freddo, piogge e sole di quest’estate 2011 ci fa sperare in un vino di pregiata qualità”.
VALTELLINA – LOMBARDIA – "La nostra sarà una vendemmia molto lunga, partirà a metà settembre e finirà a fine ottobre – racconta Davide Fasolini della Dirupi S.S. -. Come sempre lavoreremo con estrema attenzione. Siamo un’azienda giovane che ha ricevuto da vecchi agricoltori una nobile tradizione. Più che fare vino ci proponiamo di offrire emozioni. Emozioni e sensazioni legate agli splendidi paesaggi della Valtellina e all’inconfondibile qualità dei nostri vini. Non amo parlare di rese perché la quantità non va perseguita. Va privilegiata ad ogni costo la qualità che deriva da un accurato e faticoso lavoro manuale. Un’attività che però viene ripagata con un prodotto finale eccellente. Vale la pena spendere quei pochi euro in più per concedersi il gusto di un vino di qualità”.
TRENTINO – “Abbiamo già raccolto un buon 20% dai nostri campi – riporta Martin Mainenti dell’Azienda Agricola Borgo dei Posseri -, partendo dalle basi spumante e a breve arriveremo anche allo chardonnay e al pinot nero. Come rese purtroppo abbiamo dovuto registrare un calo del 30% per quanto riguarda le uve raccolte. Ci consola però il fatto che i frutti raccolti siano tutti sani e con una bassa acidità. L’ideale per la produzione di polifenoli in fermentazione. Poi insomma – conclude Mainenti -, siamo abituato a lavorare con delle rese basse. I nostri territori non sono facili da raggiungere e occorre sempre lavorare con diradamenti per privilegiare la qualità del prodotto alla quantità. Il nostro punto di debolezza, passatemi la forzatura, è anche il nostro punto di forza”.
“Siamo partiti a vendemmiare con dieci giorni d’anticipo – racconta Marco Rengo della Cantina Valle di Cembra – ed abbiamo registrato un calo del 5-8% nelle rese. L’ultimo periodo estremamente asciutto e secco di agosto ha fatto sì che le uve pesassero un po’ meno. Quello che ci incoraggia è che la sanità delle uve è ottima e quindi ci aspettiamo dei grandi picchi di qualità per il prossimo anno. Speriamo poi che la pioggia continui a non esserci durante tutto il periodo della vendemmia, aiuterebbe notevolmente il lavoro dei nostri 400-500 soci. In Val di Cembra, storicamente, si fa tesoro delle esperienze dei vecchi agricoltori – conclude Rengo – con l’obiettivo di supportare i soci in un’attività molto intensa e faticosa ma che ripaga con dei vini di indubbia qualità”.
ISOLA DEL GIGLIO – TOSCANA – “La produzione gigliese si discosta notevolmente da tutte le altre, anche da quella della vicina Maremma – sostiene Francesco Carfagna dell’Azienda Agricola Carfagna Altura -. Quest’anno da noi non ha mai piovuto da febbraio fino a luglio e questo ci ha spaventato molto. Dopo è arrivato un luglio veramente piovoso e un agosto caldissimo che hanno portato ad una velocissima maturazione delle uve, come mai si era visto in precedenza. La vendemmia è iniziata il 10 agosto e adesso il vino è già in cantina. Speriamo in un buon prodotto e in ottime risposte da parte del mercato. Sarebbe sicuramente il miglior modo per essere ripagati della grande fatica e dell’intenso lavoro svolto nei nostri terrazzamenti – continua Carfagna -. Il nostro è un lavoro totalmente manuale. Abbiamo bisogno di manodopera esperta e specializzata, quindi molto costosa. Ora che la vendemmia è finita aspettiamo di gustare quelli che ci auguriamo essere degli ottimi vini”.
SICILIA – “Le previsioni vendemmiali per il 2011 parlano, in generale, di un decremento delle quantità di uva raccolta in Sicilia – è quanto sostiene Antonio Rallo di Donnafuagata -. Soprattutto in alcune province come quella di Trapani, dove la perdita in produzione è oggi stimata intorno al 20%, e in altre dove si aggira attorno al 5-10%. A Donnafugata la vendemmia è iniziata il 10 di agosto, con la raccolta di notte dello Chardonnay a Contessa Entellina, nella provincia di Palermo. Sarà una produzione che per quantità non si discosta da quella del 2010 con rese che sono tutte nei parametri stabiliti per singolo vigneto, sia nella tenuta di Contessa Entellina che sull’isola di Pantelleria. Sotto il profilo qualitativo, possiamo dire che le previsioni sono più che ottimistiche per le uve bianche che, per l’andamento climatico registrato durante la tarda primavera (temperature fresche e piogge), daranno vita a fini freschi, ricchi di profumi ed equilibrati. Sui rossi è ancora presto poter dare una stima attendibile, ma le premesse vendemmiali ci confortano e ci fanno dire che, anche quest’anno, i grandi vini rossi di Sicilia potranno contare su uve sane e ben mature dal punto di vista zuccherino e fenolico, grazie anche alle forti escursioni termiche intervenute sino alla seconda metà di agosto. Subito dopo Ferragosto si è iniziato a raccogliere anche su Pantelleria le uve di Zibibbo, le prime che giungono a maturazione e quelle che vengono destinate all’appassimento naturale su graticcio, al sole e al vento. La vendemmia a Pantelleria risulta essere più articolata: 11 contesti produttivi (diverse contrade all’interno dell’isola), con condizioni pedoclimatiche differenti, e con uve che vanno, di conseguenza, in maturazione nell’arco di diverse settimane. In questo momento si stanno raccogliendo uve in diversi vigneti e destinate, in parte all’appassimento e , in parte, al mosto fresco di Zibibbo. Del resto un vino come il Ben Ryè riflette pienamente questa complessità di apporti che proprio in questo Passito naturale trova la sua più alta espressione”.
ISOLE EOLIE – SICILIA – “Inizieremo lunedì 6 settembre – racconta Gaetano Marchetta dell’omonima azienda agricola nell’Isola di Salina nelle Eolie – e speriamo vivamente in un’ottima annata per i nostri vini. Abbiamo fatto il doppio del lavoro rispetto al 2010 e questo ci ha permesso di non far soffrire i frutti per le piogge e per l’umidità. Poi, l’ultima parola spetta al mercato. Il nostro passito resta un prodotto di nicchia e noi volgiamo continuare a farlo rimanere come tale. Ci sono molte spese durante la lavorazione e nella coltura della vite, noi per esempio ci adoperiamo con trattamenti di zolfo alle piante. Questo, insieme allo sfoltimento e al diradamento si sono resi ormai passaggi necessari per far mantenere al prodotto quella sua innata qualità e spiccato gusto”.
Andrea Frullanti