«I due impianti a biogas che stanno sorgendo in Valdichiana produrranno un reddito fino a 700mila euro annui, interessando un centinaio di aziende agricole del territorio, con una produzione di anidride carbonica nulla, quindi zero inquinamento. Permetteranno insomma una discreta integrazione al reddito degli agricoltori della zona, la riutilizzazione di campi non coltivati da anni, e benefici ai terreni oltre che alla collettività». Lo sottolinea Luca Marcucci, presidente della Cia Siena, in attesa che i due impianti entrino in funzione, apertura prevista per la primavera 2012.
«I benefici per la nostra agricoltura – commenta Marcucci – sono evidenti. Si vanno a riutilizzare quei terreni che da tempo erano incolti: basti pensare – ma è solo un esempio – che negli anni ’80 in quest’area si produceva mais in 2.500 ettari ed oggi soltanto 1.000; oggi possiamo tornare a produrre quelle quantità dando una bella boccata d’ossigeno alle aziende agricole locali. Per ogni ettaro coltivato il reddito per gli agricoltori oscilla dai 1.600 ai 2.200 euro, una positiva integrazione in periodi di crisi. Va poi sottolineato, che da ottobre a maggio, si può coltivare il triticale per avere i campi disponibili per le colture ortofrutticole utilizzati da maggio in poi». L’agricoltore così non sposta la propria produzione da quella agroalimentare a quella industriale, semmai la integra, e quella destinata al consumo alimentare rimane comunque la prevalente. Benefici, inoltre, anche per la fertilità dei terreni: «La fertirrigazione di queste aree (l’impianto in funzione disporrà di un digestatore anerobico) – aggiunge Marcucci – permetterà l’immissione nei terreni stessi di materia organica dando più fertilità: siamo in una zona vulnerabile per i nitrati (sali dell’acido nitrico), mentre così si potranno distribuire più di 170 unità di azoto per ettaro, rendendo – appunto – i terreni più fertili».
PIANO DI ALIMENTAZIONE – Le colture individuate sono il mais (per l’80%), quindi il sorgo zuccherino e il triticale per il restante 20%. Il piano – come illustrato nella relazione tecnica agronomica depositata dall’azienda costruttrice presso il Comune di Sinalunga – prevede un apporto annuo totale di biomassa pari a 19.500 tonnellate di cui 15mila ton. di insilato di mais, 3mila t. di sorgo e 1,5 t. di triticale. Per sostenere tale fabbisogno occorrerà mantenere in coltura 231 ettari di mais, 50 di sorgo e 38 di triticale per 318 ettari in totale che possono ridursi a 281 (per ogni impianto) considerando che il sorgo e il mais possono essere coltivati in secondo raccolto, dopo il triticale.
RISCALDAMENTO – L’impianto produce in totale 2,6 megawatt termici, di cui 1 MW diventa elettrico e 1,6 resta termico, quest’ultimo viene riutilizzato totalmente fra autoconsumo dell’impianto per l’essicazione dei foraggi e utilizzato per il riscaldamento delle serre. L’energia termica oraria prodotta ed utilizzata sarà di 993 kWh; per una produzione annua di 7.947.333 kWh, un autoconsumo dell’impianto (pari al 18%) di 1.430.520 kWh; energia termica consumata per l’essicazione del foraggio pari a 3.910.088 kWh; per il riscaldamento serre di 1.800.000 kWh; per un totale di 7.140.608 kWh pari.
BIOGAS PULITO – La produzione di energia in un impianto a biogas prodotto da digestione di anidride carbonica emessa dalla combustione del biogas è pari all’anidride carbonica assorbita dalle biomasse agricole è un processo a bilancio zero di CO2, in quanto la quantità di anidride carbonica emessa dalla combustione del biogas è pari all’anidride carbonica assorbita dalle biomasse agricole, durante il loro accrescimento, attraverso il processo di fotosintesi. Se per un kWh di energia prodotta da fonti tradizionali si producono 0,575 kg di CO2, ,per la produzione di energia da fonte rinnovabile – come nel caso degli impianti a biogas della Valdichiana – la produzione di CO2 è nulla.