E’ stata la signora Isabella Collalto de Croÿ con la sua prestigiosa presenza a inaugurare ieri, giovedi 6 ottobre, l’edizione milanese de “ll Gusto in vetrina”, la rassegna di incontri con i produttori di eccellenze enogastronomiche ideata da Eat’s e realizzata con successo nel foodstore di Conegliano fin dal 2009. Scelti da Eat’s per rappresentare nel cuore della metropoli lombarda il meglio della tradizione enologica trevigiana, i vini della cantina Conte Collalto sono stati presentati in tutta la loro ricchezza storica e territoriale dall’erede diretta di un patrimonio millenario di cultura vitivinicola affiancata dalle note tecniche del direttore generale della Cantina Leonardo Ricci.
Tradizione trevigiana – Una “première” significativa che ha voluto esplicitare nella preferenza di Eat’s per i vini Conte Collalto tutta quell’attenzione per l’eccellenza autentica e genuina che fa parte della filosofia dello store. I vini Conte Collalto infatti rappresenteranno in esclusiva il meglio della tradizione trevigiana legata al Prosecco, proponendosi alla clientela come un punto di riferimento di eccellenza nell’ampio panorama di etichette della DOCG Conegliano-Valdobbiadene. "Secondo quest’ottica – ha spiegato la Principessa Isabella Collalto de Croÿ – il nostro vino non è stato selezionato solo come un prodotto enologico in sé ma come un estratto di storia, cultura e tradizione. Il Valdobbiadene DOCG della nostra cantina racchiude nel suo aroma una sapienza antica, millenaria, che appartiene alla mia famiglia da prima dell’anno 1000. In questi secoli le generazioni che si sono susseguite hanno sempre avuto cura di coltivare insieme alla vite anche il territorio di Collalto, con interventi mirati allo sviluppo economico e sociale dell’area. Oggi più che mai ci sentiamo di dover proseguire questo percorso virtuoso a tutela di una terra generosa e dei suoi eccezionali frutti>.
Milano – "Per questa occasione milanese – spiega il DG Leonardo Ricci – abbiamo scelto di proporre quattro vini rappresentativi dell’essenza della nostra cantina: due esemplari di Conegliano-Valdobbiadene Docg Prosecco Superiore, nella versione Brut ed Extra dry, eccellenze del nostro territorio trevigiano internazionalmente riconosciute, e di abbinarvi poi due grandi rarità dell’enologia come il Manzoni Moscato e il Verdiso. Se con il Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Brut ed Extra Dry abbiamo raccontato una storia che sta facendo parlare tutto il mondo delle nostre colline, con le altre due proposte abbiamo voluto stupire il pubblico con due eccezionalità".
Conte Collalto – La cantina Conte Collalto, nota per essere la più antica e ampia proprietà vitivinicola della Provincia di Treviso (150 ettari di vigneto di cui 60 nell’area del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG), ha sempre voluto conservare nel suo portafoglio prodotti , oltre al celebre Prosecco, anche quei vitigni autoctoni che fanno ugualmente parte della storia del territorio ma che non ne condividono la fama, come ad esempio l’ Incrocio Manzoni, il Verdiso e il Wildbacher. La cantina, che ha sede a Susegana (Treviso) produce anche eccellenti interpretazioni di vitigni internazionali (Pinot Grigio, Chardonnay, Merlot e Cabernet) e delle cuvèe frutto di sapienti assemblaggi del migliore raccolto di ogni singola vendemmia. Alla produzione di vino Conte Collalto affianca anche quella di un Passito, di una Grappa e di un Olio Extra Vergine di Oliva, prodotto dai secolari olivi di proprietà sulle colline intorno al Castello di San Salvatore.
La storia – La famiglia Collalto è protagonista della storia della Marca Trevigiana fin dal lontano 958 d.C. quando Berengario II, Re d’Italia, affidò al genero, Conte Rambaldo I, illustre antenato della famiglia Collalto, la Contea di Lovadina con prati, pascoli, boschi e vigneti. Erede di questa tradizione, è titolare della stoica azienda agricola e della cantina dal 1999 la Principessa Isabella Collalto de Croÿ, figlia primogenita del Principe Manfredo di Collalto e della Principessa Maria de la Trinidad di Collalto-Castillo y Moreno.