Ecco il mese di novembre, scatta la raccolta del radicchio. La natura, puntualmente, ha fatto il suo corso: dopo le settimane di caldo prolungato, è arrivato il freddo con le prime gelate ed è giunto il momento per i contadini trevigiani di raccogliere i frutti del lavoro di semina svolto durante l’estate.
Il disciplinare del Radicchio Rosso di Treviso IGP, infatti, parla chiaro: a partire dall’1 novembre, dopo che la campagna abbia visto almeno due brinate, è tempo di raccogliere la varietà “tardiva” della pregiata cicoria, che proprio grazie ai primi freddi acquisisce la tipica colorazione rossa. I numeri previsti per questa stagione sono incoraggianti. Oltre 220 ettari di superficie certificata, di cui la parte coltivata a Radicchio rosso di Treviso tardivo frutterà circa 550.000 Kg di prodotto, dato che si attesta sulla media delle stagioni precedenti. Ma a regalare le maggiori soddisfazioni alla IGP trevigiana per questa nuova annata è il Variegato di Castelfranco: la “rosa” di Castelfranco negli ultimi anni ha registrato notevoli incrementi di produzione, portandosi dai 189.080 Kg del 2009/2010 (+ 57% rispetto alla stagione precedente) ai 262.508 dell’anno appena trascorso (+ 38% rispetto alla stagione precedente). Un trend positivo che non si arresterà nemmeno quest’anno e che, alla luce dell’ampliamento del terreno certificato (superficie totale di oltre 90 ettari), si attesterà intorno al + 20%.
Nuova stagione – «Comincia la nuova stagione del Radicchio Rosso di Treviso, un prodotto del territorio, di certificata qualità e proprio per questo premiato dalla domanda dei consumatori», questo il commento del presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP, Paolo Manzan. «L’assestamento su livelli produttivi standard del Radicchio rosso tardivo da un lato e gli straordinari incrementi del Variegato dall’altro, ci comunicano infatti che il consumatore sceglie di “spendere meglio”, acquistando prodotti di qualità, ma anche che apprezza la varietà». Nota di merito, ovviamente, al Variegato di Castelfranco. «Il rosso di Treviso e il Variegato devono essere considerati allo stesso livello, diciamo come due fratelli gemelli. Insieme, infatti, possono concorrere alla crescita del territorio e del made in Italy riconosciuto dalla nostra IGP: se il Radicchio rosso di Treviso porta con sé il prestigio di un prodotto nobile, dalla qualità tradizionalmente e universalmente nota, il Variegato vanta la freschezza di un prodotto che si sta facendo scoprire, evidenziando duttilità in cucina (è degustabile dai primi ai dessert) con il suo gradevole sapore mandorlato».
Variegato – «In un contesto di crisi di consumi per il mercato agroalimentare, le potenzialità dimostrate dal Variegato IGP devono far riflettere gli agricoltori nostrani», prosegue Manzan. «Mi riferisco soprattutto ai giovani, di cui il territorio ha vitale bisogno per portare avanti una tradizione che ha rilevanza non solo in termini di produzione alimentare, ma anche di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, funzioni essenziali per lo sviluppo turistico. Come Consorzio, grazie anche alla collaborazione delle amministrazioni locali, in primis quella di Castelfranco Veneto, faremo di tutto per valorizzare il Variegato, inserendo questo prodotto in un circuito di promozione che interessi non solo l’area Castellana, deputata alla sua coltivazione, ma che ne rilanci l’immagine in tutto il mercato nazionale ed europeo. Possiamo affermare, in tal senso, che questo sarà l’anno del Variegato di Castelfranco IGP».